Posa
Ora faccio sedere mio figlio
sull'anca e reggo
il suo peso con la curva
della vita, come un albero
diviso da una forcella,
come amanti inclinati in un valzer.
Niente è perduto. Mai stata
una di quelle ragazze
rimaste magre come un fuscello.
Ai balli spesso ero da sola.
* * *
Amore
Non ne avevo mai
incontrati così prima.
Una faccia da
sollievo – davvero,
come una battuta
su suo padre – sfocata
come da anni di
lucidatura;
mani aggrinzite
come foglie secche;
il calore
sregolato che emetteva,
emetteva, i suoi
respiri corti,
prudenti: pensavo
che i suoi
filamenti esplodessero,
pensavo fosse un
imperatore,
morente su cuscini
di seta.
Non sapevo come
tenerlo
avvolto, non
sapevo
come allattarlo,
non avevo
alcuna idea su di
lui. Di notte
cercavo di
ricordare la sensazione
della sua testa
sul mio collo, il cranio
piccolo come un
gatto, quell'affetto
caldo come un
soldo fuso,
e i capelli, la
peluria, fine
come lo strato più
interno nel pelo
di qualche rara
creatura delle nevi,
un'aureola di
pelliccia, se mai
incontrassi una
bestia così potresti
andarci
vicino. Ho cominciato da lì.
* * *
Il ponte oltre il confine
Qui, dovrei
senz'altro pensare a casa:
il mio paese e la
città ripida e pulita
dove sono
cresciuta: i suoi banchi di nubi,
i venti e la luce
cangiante, teatrale,
i suoi scrosci di
pioggia burbera e gelida, o altrimenti,
la volta che il
treno rimase qui un'ora e mezza.
Era caldo, per una
volta. Il motore sembrava
borbottare e
respirare con noi,
e nel silenzio, il
suonatore sul retro
strimpellava
Scotland the Brave. C'era
una
luce dorata, da film, e l'uomo di fronte
soffriva,
diceva, per amore.
Vide
un paese nei miei occhi.
Ma
era di Los Angeles,
e
io pensavo a un altro ponte.
Era
ottobre. Io correvo a incontrare un uomo
con
cui le cose non erano proprio stabili,
e
in effetti non lo sarebbero mai state, e mi fermai
a
mezza strada per guardare gli uccelli – rondini
in
lontane migliaia, trascinate
verso
l'Africa, o il caldo, o la casa, senza sapere
cosa,
ma certamente come. Scivolavano sul cielo di carta
erano
croci sui grafici del mercato azionaio,
erano
sabbia in un canestro scosso,
e
io le fissavo, come a setacciare l'oro.
*
* *
Un
uomo sposato
L'uomo
sposato la notte scorsa sognava
di
una casa che gli era stata lasciata:
una casa come
quelle che hai nei sogni,
mille stanze,
un corridoio. Vagava
in
giro da solo, mi disse, sorrideva
con
suo sorriso quieto e interiore. Trovavo
un
giardino segreto, mura alte, chiuso, uno strano
verde
vellutato. Lì, una finestra guardava
verso
l'oceano.
Piegava le mani pallide,
avevo,
diceva, la chiave.
Sua moglie toccava
la
figlia addormentata, pesante lussuoso animale,
e
lo guardava, d'intesa, soddisfatta.
(traduzioni mie)