lunedì 30 marzo 2009

tre poesie di orazio


Odi, I, 23

Quando mi sfuggi, Cloe, sembri un cerbiatto
che per monti e dirupi va cercando
la madre, e sobbalza se il vento
soffia per il bosco;

(se viene primavera e abbrividiscono
le foglie leggere, o se una verde
lucertola smuove un arbusto,
gli tremano cuore e ginocchia).

Ma io non ti inseguo per sbranarti
come un leone africano o una tigre spietata.
Stàccati da tua madre: ormai è tempo
di prendere marito.

* * *

Odi, I, 38

Odio, ragazzo, il lusso dei Persiani
e le corone intrecciate di tiglio.
Non cercare la rosa che si attarda
fuori stagione.

Ti chiedo solo del semplice mirto.
Non ti affannare: il mirto non disdice
a te che mesci il vino o a me che, sotto
la folta vite, bevo.

* * *

Odi, I, 9

Guarda il Soratte carico di neve
e i rami stremati sotto il peso
e i fiumi rappresi
per il freddo pungente.

Sciogli le membra gelate, getta legna
sul fuoco, e dall’anfora sabina
mesci in abbondanza, Taliarco,
il vino invecchiato per quattro anni.

Il resto, lascialo agli dei. Ecco, si placa
la rissa dei venti sul mare che ribolle,
i cipressi e i vecchi orni
non si muovono più.

Che cosa avverrà, non chiederlo:
tutto ciò che la sorte ci assegna è guadagnato.
Sei giovane: danza, fa’ l’amore
senza rimorsi,

finché è verde l’età ed è lontano
l’astio della vecchiaia. Cerca le piazze,
le parole bisbigliate nella notte
all’ora stabilita,

il riso traditore che ti svela
la fanciulla nascosta, e dalle dita
che giocano a sfuggire
strappale il pegno d’amore.

6 commenti:

io ha detto...

che affresco, la lettura di Orazio diventa quasi frettolosa per riemmergersi in quei colori.
che versi, perchè mai di tornare alla realtà ?

Orazio era il poeta preferito di mio nonna, a novant'anni lo recitava a memoria, in latino.

lillo ha detto...

io voglio sapere chi è il trasformista!!! devi avere una storia affascinantissima, amico mio!

quanto a orazio, mi hai ricordato gli anni dell'università, sai sergio? orazio era uno dei poeti che più ho amato (e studiato)... poi sono tornato a catullo...

ma è tua la traduzione? molto elegante...

sergio pasquandrea ha detto...

Se mi chiedessero quale poeta vorrei essere, tra tutti quelli della storia della letteratura, risponderei "Orazio".
Sì, la traduzione è mia. Nei primi due testi, il gioco era quello di rispettare l'andamento ritmico dell'originale (la strofe saffica) senza perdere troppo del senso, mantenendo anche quella densità fluida ed elegante che è tipica di Orazio.
Il terzo invece ho cercato un po' di rileggerlo a modo mio, anche di modernizzarlo in certi punti.
Il guaio con le traduzioni latine è che o suonano pompose, se tradotte alla lettera, oppure se si cerca di "attualizzarle" diventano goffe. E' difficile raggiungere un equilibrio.

lillo ha detto...

beh direi che ci sei riuscito (in effetti per quel che ho visto sei un buon traduttore, o perlomeno lo sei con quello che ami)

mi piace soprattutto il primo testo... soprattutto "abbrividiscono" le foglie... splendido!

io ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
lillo ha detto...

beh mi sei simpatico, decisamente... :-)