Giosuè, 6-7.
Gli Israeliti conquistano Gerico: "Votarono poi allo sterminio, passando a fil di spada, ogni essere che era nella città, dall'uomo alla donna, dal giovane al vecchio, e perfino il bue, l'ariete e l'asino". Insomma, fanno un macello.
Risparmiano, secondo gli accordi, la prostituta Raab, che li aveva aiutati (collaborando alla rovina della sua propria città) quando loro erano venuti a spiare dentro le mura di Gerico. In pratica, Raab ha tradito il suo popolo per aiutare degli invasori stranieri. Per questo, merita di essere risparmiata. (Per inciso, Dante la colloca in Paradiso, canto IX, vv. 115-117, per la sua buona azione: "Or sappi che là entro si tranquilla / Raab; e a nostr’ordine congiunta, / di lei nel sommo grado si sigilla").
Ma il bello viene dopo.
YHWH ha ordinato di ammazzare senza alcuna pietà tutti gli innocenti abitanti di Gerico (colpevoli, ricordiamolo, solo di aver combattuto contro gli Israeliti che avevano barbaramente invaso il loro paese), ma di salvare il bottino, oro, argento e preziosi vari, perché appartiene a Lui e quindi è sacro (che cosa se ne faccia Lui dell'oro, non è chiaro).
Acan, figlio di Carmi, figlio di Zabdi, figlio di Zerach, della tribù di Giuda (infame lui e tutta la razza sua), sottrae dal bottino "un bel mantello di Sennaar, duecento sicli d'argento e un lingotto d'oro del peso di cinquanta sicli" e li seppellisce in giardino.
YHWH, ovviamente, lo sa, ma non se la prende con lui, non subito almeno: per dare un esempio a tutti, manda allo sbaraglio "due o tremila uomini" di Israele e li fa massacrare - apposta - dai nemici.
Alle legittime proteste di Giosuè ("Signore Dio, perché hai fatto passare il Giordano a questo popolo, per metterci poi nelle mani dell'Amorreo e distruggerci?"), YHWH dà ordine di riunire tutto il popolo. Poi, con un rito di svergognamento pubblico che anticipa di tremila anni quelli della Cina maoista, smaschera Acan figlio di eccetera eccetera e gli fa confessare la sua colpa.
Acan e tutta la famiglia vengono lapidati e bruciati. A futura memoria, viene eretto un mucchio di pietre e alla valle viene dato il suo nome.
Morale della favola: ammazza, saccheggia, distruggi, brucia e sarai premiato. Ma non toccare i soldi del tempio, sennò guai a te e a tutto il popolo.
Citazione (Giosuè, 11, 18-19, 23)
Per molti giorni Giosuè mosse guerra a tutti questi re. Non ci fu città che avesse fatto pace con gli Israeliti, eccetto gli Evei che abitavano Gàbaon: si impadronirono di tutti con le armi. Infatti era per disegno del Signore che il loro cuore si ostinasse nella guerra contro Israele, per votarli allo sterminio, senza che trovassero grazia, e per annientarli, come aveva comandato il Signore a Mosè.
[...]
Giosuè si impadronì di tutta la regione, come aveva detto il Signore a Mosè, e Giosuè la diede in possesso ad Israele, secondo le loro divisioni per tribù. Poi il paese non ebbe più la guerra.
Citazione (Giosuè, 11, 18-19, 23)
Per molti giorni Giosuè mosse guerra a tutti questi re. Non ci fu città che avesse fatto pace con gli Israeliti, eccetto gli Evei che abitavano Gàbaon: si impadronirono di tutti con le armi. Infatti era per disegno del Signore che il loro cuore si ostinasse nella guerra contro Israele, per votarli allo sterminio, senza che trovassero grazia, e per annientarli, come aveva comandato il Signore a Mosè.
[...]
Giosuè si impadronì di tutta la regione, come aveva detto il Signore a Mosè, e Giosuè la diede in possesso ad Israele, secondo le loro divisioni per tribù. Poi il paese non ebbe più la guerra.
(ah beh, allora, se era "per disegno del Signore"...)
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