sabato 9 aprile 2016

Shakespeare, Sonetto 33

Spesso ho visto la gloria del mattino
le vette regalmente lusingare,
l'aureo viso baciare i verdi prati
tingendo i fiumi di alchimie divine;
poi consentire alle più vili nubi
di intorbidare il suo celeste volto,
nascondersi dal mondo desolato
svanendo ad ovest con la sua vergogna.
Anche per me si accese un sole all'alba,
sulla mia fronte trionfando splendido;
ma, ahimé, fu mio soltanto per un'ora:
le basse nubi ormai l'hanno celato.
Ma non per questo lo disprezzo: in terra
un sole può macchiarsi, come in cielo.

(traduzione mia - l'originale è qui)

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