Visualizzazione post con etichetta ironia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ironia. Mostra tutti i post

giovedì 1 settembre 2011

etica della critica

[Al festival jazz di Sanremo], la sera prima avrebbe dovuto suonare Sonny Rollins con il trio di Stan Tracey. Il trio era arrivato da Londra, ma Rollins no. Non aveva avvisato né niente. Semplicemente non si era presentato. Fino all'ultimo momento gli organizzatori avevano sperato che arrivasse. Niente da fare. Suonò il trio di Stan Tracey senza Rollins. Ma poiché la defezione di Rollins era stata annunciata solo all'inizio del concerto, molti giornalisti avevano già scritto la recensione e l'avevano mandata al giornale (allora le dettavano telefonicamente). Il giorno dopo, i principali quotidiani italiani dedicavano al grande Sonny la prima pagina degli spettacoli: "Trionfa Rollins al festival di Sanremo", "Il re del sax si conferma il più grande!". Alcuni si erano lasciati prendere la mano dall'entusiasmo ed erano persino entrati nei dettagli "...particolarmente pregnante la sua versione di Polka Dots" "...peccato quella caduta di stile con St. Thomas". Insomma, un delirio.

Enrico Rava, Incontri con musicisti straordinari, Feltrinelli 2011, pag. 57


P.S.: l'aneddoto non è datato, ma dovrebbe risalire più o meno al 1966; non che da allora le cose siano cambiate molto, comunque. (Ve lo dice uno del mestiere).

lunedì 22 agosto 2011

lathe biosas


Io sono nessuno! E tu?
Nessuno anche tu?
Allora siamo in due – non dirlo!
Lo sai, ci scaccerebbero.

Che squallore esser qualcuno!
Che tronfio: una rana
tutto il giorno a ripetere il suo nome
a uno stagno adorante!

* * *

I'm nobody! Who are you?
Are you nobody, too?
Then there's a pair of us — don't tell!
They'd banish us, you know.

How dreary to be somebody!
How public, like a frog

To tell your name the livelong day
To an admiring bog!

Emily Dickinson

mercoledì 11 maggio 2011

lampi - 132


Descolarizzazione abbestia.

mercoledì 27 aprile 2011

lampi - 125


Sexy women with unsexy names.

venerdì 22 aprile 2011

lampi - 124


“No, certo, non si possono amare due donne contemporaneamente. Forse tre sì, però”.

giovedì 21 aprile 2011

lampi - 123


“Sì, ho trovato la mia vocazione. Perché, il GF Revenge non è una vocazione?”

martedì 29 marzo 2011

siamo seri


"Le cose umane non sono degne di essere affrontate con serietà, siamo tuttavia costretti a farlo, e questa è la nostra sfortuna".
(Platone, Leggi, VII, 803b)

domenica 27 marzo 2011

proporzioni


Alessandro Baricco : letteratura = Giovanni Allevi : musica


(sì, lo so, manca la x,
ma la soluzione c'è già: Midcult)

mercoledì 16 marzo 2011

certe volte, davvero, li invidio

Centra
http://www.youtube.com/watch?v=p6pGYbkEB_U

Quelli che leggono Baricco convinti di leggere letteratura.
Quelli che ascoltano Bocelli convinti di ascoltare lirica.
Quelli che ascoltano Giovanni Allevi e vanno in sollucchero credendo di ascoltare musica classica.
Quelli che citano Antonio D'Orrico, o Andrea Cortellessa che fa lo stesso.
Quelli che rispondono agli appelli, fanno girare mail su bambine malate di cancro, espongono su FaceBook massime di Paulo Coelho.
Quelli sicuri di essere fuori dalla massa.
Quelli felicemente nella massa.
Quelli con le mani in pasta.
Quelli che ascoltano Tiziano Ferro nella convinzione che quella pappetta molliccia sia una (bella) voce.
Quelli che si sentono indispensabili.
Quelli che hanno trovato il proprio posto.
Quelli che si sentono meglio.
Quelli che si sentono nel giusto.
Quelli che hanno la risposta in tasca.
Quelli che leggono il libro in vetrina.
Quelli che si sentono intelligenti.
Quelli che si uniscono al trenino.
Quelli con la coscienza tranquilla.
Quelli che hanno trovato un eroe.
Quelli sicuri di fare opposizione.
Quelli che se non ci fosse Silvio oggi in Italia comanderebbero i comunisti.
Quelli che meno male che c'è Silvio sennò ci toccherebbe governare noi.
Quelli che pensano a Ligabue come a un cantautore.
Quelli che scrivono brutte poesie.
Quelli che vendono.
Quelli di buon umore.
Quelli che sono amici del mondo.
Quelli che lavorano da provocatori.
Quelli che ne escono sempre puliti.

martedì 22 febbraio 2011

martedì 25 gennaio 2011

lampi - 104


No all'accanimento terapeutico sulle poesie.
Sì all'eutanasia per i versi nati con gravi malformazioni.

venerdì 25 giugno 2010

scherzi dell'etimologia



da Answers

Faggot (slang)


Faggot, often shortened to fag, is a pejorative term and common homophobic slur against lesbian, gay, bisexual, and transgender (LGBT) people, and is English slang.
[...]
In some countries faggot has additional meanings (all dated or rare in the US): a bundle of sticks, a culinary term for herbs or seasoning added to a meal [...].
The word meaning "bundle of sticks" is ultimately derived, via Old French and Italian, from Latin fascis (also the origin of the word fascism).

* * *

"Faggot", spesso abbreviato in "fag", è un termine dispregiativo e un diffuso insulto omofobico rivolto a persone lesbiche, gay, bisessuali o transessuali (LGBT); è slang inglese.
[...]
In alcuni paesi, "faggot" ha alcuni significati aggiuntivi (tutti antiquati o rari negli Stati Uniti): un fascio di rami, o un termine culinario per erbe o aromi aggiunti a un piatto
[...].
Il significato di "faggot" come "fascio di rami" deriva alla lontana, attraverso l'antico francese e l'italiano, dal latino "fascis" (che è anche l'origine della parola "fascismo").

venerdì 19 febbraio 2010

doveva succedere...

Sì, prima o poi doveva succedere.
Una fan di Giovanni Allevi ha detto che io ne parlo male perché "sono invidioso" (qui il commento).
Ebbene sì, lo confesso: sono invidioso.
Per quanto ci abbia provato, non sono mai riuscito ad ottenere una chioma come la sua.
Da tutta una vita, è questo il mio tarlo segreto.

domenica 20 dicembre 2009

risate a denti stretti


"Sono contro i rapporti sessuali prima del matrimonio. Fanno arrivare tardi alla cerimonia".
(letta su FaceBook)

martedì 13 ottobre 2009

in difesa di un cliente indisciplinato

C'è ragione di notare l'indocile licenza di quel membro, che si ingerisce tanto inopportunamente quando non sappiamo che farne, e tanto inopportunamente viene meno quando ne abbiamo più bisogno, e che combatte così imperiosamente di autorità con la nostra volontà, respingendo con tanta fierezza e ostinazione le nostre sollecitazioni e mentali e manuali. Tuttavia, poiché si rimprovera aspramente la sua ribellione e si fa di essa una prova per ottenere la sua condanna, se esso mi avesse pagato per difendere la sua causa, forse farei ricadere sulle altre nostre membra, sue compagne, il sospetto di essere andate a metter su contro di lui questa vertenza fittizia per invidia bella e buona dell'importanza e dolcezza del suo uso, e di aver, per complotto, armato tutti contro di lui, malignamente addossando a lui solo la loro colpa comune. Vorrei infatti che vi domandaste se ci sia una sola parte del nostro corpo che non rifiuti spesso la sua opera alla nostra volontà , e che spesso non la compia contro la nostra volontà. Ciascuna di esse ha passioni proprie che la risvegliano e l'addormentano senza il nostro permesso. Quante volte espressioni incontrollabili del nostro viso rivelano i pensieri che tenevamo segreti e ci tradiscono davanti agli altri. Quella stessa causa che muove quel membro, a nostra insaputa muove anche il cuore, i polmoni e il polso; e infatti la vista d'un oggetto gradevole diffonde imprecettibilmente in noi la fiamma di un'emozione febbrile. Vi sono forse soltanto quei muscoli e quelle vene che si rizzano e abbassano senza il consenso, non solo della nostra volontà, ma anche del nostro pensiero? Noi non comandiamo certo ai nostri capeli di rizzarsi e alla nostra pelle di fremere di desiderio o di timore. La mano va spesso dove noi non la mandiamo. La lingua si paralizza e la voce s'arresta a piacer suo. Proprio quando, non avendo nulla da mangiare, glielo proibiremmo volentieri, la voglia di mangiare e di bere non ristà dall'agitare le parti che le sono soggette, né più né meno di quell'altra voglia; e allo stesso modo ci abbandona, fuori di proposito, quando le piace. Gli organi che servono a scaricare il ventre hanno le loro propire dilatazioni e contrazioni, oltre e contro il nostro volere, come quegli altri destinati a scaricare i nostri reni. E quel fatto che sant'Agostino cita per comprovare l'onnipotenza della nostra volotnà, cioè di aver visto qualcuno che comandava al suo deretano quanti peti voleva, e che Vives, suo glossatore, rafforza con un altro esempio del tempo suo, di peti armonizzati secondo il tono dei versi che si recitavano, non garantisce affatto una obbedienza più assoluta di quella parte del corpo, perché in generale esso è uno dei più indiscreti e tumultuosi. Si aggiunga che ne conosco uno tanto turbolento e ribelle, che sono quarant'anni che tiene il suo padrone a scoreggiare con una lena e con un impegno costante e ininterrotto, e così lo porta alla morte.
Ma la nostra volontà, per i cui diritti avanziamo questo rimprovero, con quanta più verosimiglianza la possiamo tacciare di ribellione e sedizione per la sua sregolatezza e disobbedienza! Vuole essa sempre ciò che noi vorremmo che volesse? Non vuole spesso quello che le proibiamo di volere; e con nostro danno manifesto? Si lascia forse condurre alle conclusioni della nostra ragione? Infine, a difesa del mio signor cliente, dirò: ci si compiaccia di considerare come in questa faccenda, pur essendo la sua causa inseparabilmente e solidalmente congiunta a un complice, ci si rivolga tuttavia a lui solo, e con argomenti e accuse tali che, vista la condizione delle parti, non possono in alcun modo riferirsi né concernere il detto complice. Pertanto si vede l'animosità e l'illegalità manifesta degli accusatori. Comunque sia gli avvocati e i giudici hanno un bel litigare e sentenziare, la natura continuerà tuttavia il suo corso; e avrebbe fatto cosa assennata se avesse dotato questo membro, autore della sola opera immortale dei mortali, di qualche particolare privilegio. Per ciò la generazione è per Socrate azione divina; e amore, desiderio d'immortalità e demone immortale lui stesso.
(Montaigne, Saggi, I, 21)

(nell'immagine: una scena dal Decameron di Pasolini)