Rimanendo Per Franco Fortini
Alcuni, a turno, tracciano figure.
Tu puoi correggerle con il gesso
o cancellarle subito.
Essi hanno denti purissimi, sono giovani.
Puoi osservarli di netto. E puoi - se è giusto -
salvare dei feriti: ogni piaga
e ogni slavina, ogni minimo grammo. E' strana
questa bontà. Tu sarai visto tra molti anni.
Stanno scavando
una buca per il più vile. Con l'occhio
spaventato da sempre, egli implora. E' grasso,
tra poco riceverà la spinta. Ora
tu chiedi che nessuno sputi.
Ogni cosa
avverrà in lealtà e in silenzio.
Ora entri, ancora,
nella palestra, partecipi
alle gare solitarie. Non puoi
più rendere testimonianza;
e i capelli. I vostri diversi capelli. Sicuramente
non puoi. Alcuni ti hanno rimproverato. Alcuni
ti hanno detto: "vieni pure; ma continua
a disegnare, come prima, due colori".
Altri ti hanno detto: "finalmente
sei tra noi". Altri ti hanno detto: "sempre
sei stato tra noi".
Tu sai. Lo sai a bruciapelo: nessuno
completerà il tuo quaderno, né il suo. Forse
le pagine non bastano e l'errore
è straziante. O forse no. Deciderà un cestino,
un preside mai conosciuto. Tu scendi
ancora una volta gli scalini. Guardi
la rete, le finestre alte.
(da "Terra del viso", 1985)
* * *
SemifinaleLa Doxa mi chiede per chi voterò. La voce
è di un ragazzo che, dall'altra parte, respira. Non so
quale chiarezza dentro la rovina. Tutto
ritorna qui, confine del luogo. Quel non parlato
di chiodi per terra. Il Professor D'Amato spiegava
un pronome...
nemo: nessuno,
non nemo: qualcuno.
Nessuno giungerà oltre le vene, è semplice, ragazzi. Qualcuno
è scomparso o comunque non dà notizie. Il postino
mi consiglia di guardare meglio nella buca,
anche in quelle vicine. Guarderò.
Neminemexcipi diem: per nessuno giorno ho fatto eccezione.
Morire è dunque perdere anche la morte, infinito
presente, nessun appello, nessuna musica
di una chiamata personale. Oltre le vene che furono rito
e dimora, milligrammo e annuncio, grido infinito
di gioia o di soccorso, nessuno mai
oltre queste vene. E' semplice, ragazzi, nessuno.
(da "Biografia sommaria", 1999)