lunedì 6 settembre 2010

madeleine (1)



http://www.youtube.com/watch?v=keqU3ZeSaDk


Ho preso il coraggio a due mani. Sono sceso in garage, vestito peggio che potevo, ho aperto scatoloni che erano passati intatti lungo tutto l'ultimo decennio. Ho trovato, rinchiusi come in una capsula del tempo, frammenti del me stesso degli ultimi anni dello scorso millennio.
Il sasso di granito raccolto in Egitto, ai piedi di un obelisco che gli antichi tagliapietre avevano lasciato nella cava, incompiuto, ancora in parte inglobato nella roccia (marzo 1996).
L'epibloc che ho portato per venti giorni sul secondo metacarpo sinistro (settembre 2001).
Articoli di giornale ritagliati e mai letti.
I programmi del mio primo anno da prof (scuola media di Colle Umberto, A.S. 2000/2001, classe 3° A).
Schizzi per quadri mai nemmeno cominciati.
Le lettere che mi spediva G., quando ancora si spedivano le lettere (quelle di carta, intendo).
Gli appunti di remoti esami universitari.
Il biglietto aereo per New York (settembre 2004).
La pianta della metropolitana di Parigi (giugno 2005).
Biglietti da visita di perfetti sconosciuti.
I miei vecchi zibaldoni.
Fotocopie su fotocopie su fotocopie, intere foreste disboscate per studiare cose di cui non ricordo nulla, o quasi.
Tutta la bibliografia, annotata e commentata, della mia tesi di laurea (1997-98).
Polvere, polvere ovunque.
Ma soprattutto è riemerso un fascio di fogli rilegati. Dal carattere, direi che la stampa è quella del mio primo, preistorico pc, acquistato nei primi anni Novanta e rottamato dopo oltre dieci anni di onorato servizio.
C'è scritto "Poesie 1987-1997".
Lo apro, e ho un soprassalto. Non credevo di aver scritto tanto: centinaia e centinaia di pagine, versi che scopro di ricordare a memoria. E che non riesco nemmeno a valutare con oggettività, come non riuscirei a farlo con un pezzo di carne strappatami di dosso.
Davvero ero io il ragazzino che scriveva roba del genere? Non ci giurerei troppo...
Comunque, qui avevo forse sedici anni o diciassette anni, diciotto a dire tanto.
Giudicate voi.


TEMPORALE

Penombra a mezzogiorno
e il mio cuore si fa chiostro
di nuvole, la mia mente solco
fumante di pioggia. Ma nel corpo
un brivido elettrico,
l'urlo smeraldo d'un pino:
penombra di mezzogiorno,
il tuo vento diaccio
è il respiro verde estremo
d'un cadavere già vuoto.

* * *

MATTUTINO

Mi aspetti ancora contando le scale?
Questo brusio è di certo lo stormire
gonfio e ventoso dei tuoi capelli...
o il fruscio di innumerevoli ragni,
esili figli del sonno,
che mangiano le foglie del ricordo,
accolte sul cavo della mente
come barche in una baia.

Mi aspetti ancora al bordo della piazza?
Il cuscino raccoglie
l'ultimo rivolo di sogni,
la luce cade sul balcone
come un geranio appassito,
e non trova le tue ciglia appannate
se non nel mare fermo delle attese
che la memoria spiega sul filo del giorno.

Mi aspetti ancora tra i muri del paese?
Il sole soffia tra le nubi una luce
soffice come i panni sui balconi
e il tuo ricordo è riverso nell'erba
sotto gli archi d'ombra dei rami,
lèvita obliquo nel fumo sui campi,
o cammina tra mobili che scrollano il buio.
Canta piano e non mi fa svegliare.

* * *

Verrà la notte con schianto di lampi,
con fragore di spigoli travolti:
verrà la morte - penombra d'inverni -
e la noia tramerà ogni cielo.

Tu pure verrai, incendiando le nebbie
di un profumo succoso d'aranci:
leggère come aironi di carta
le parole empiranno i portoni.

* * *

Grigio che si scioglie
sotto i muri,
sonno scuro dei blues:

"I'll just bid
farewell till we
meet again..."

Ma sarà luce e assalto
di foglie sulla sera:
fiamma i tuoi capelli

nel fumo buio della notte.

* * *

Di vuoti sciami
un fremito nei tigli:

le gazze
tracciano sottili
ferite d'autunno.

* * *

Profumo di luna recente

L'intaglio delle voci
strette
sui lampioni

Ascolta la sera
mozzare
il fiato ai motori

* * *

Ventate di naufraghi tetti
cicatrici di vuoto tra muro
e muro

I rondoni
più in basso di me
sfrondano siepi di sole

Cantasse una donna - sarebbe
spavento
o amore?

5 commenti:

lillo ha detto...

mi fa sorridere "vento diaccio" e poi "verrà la notte" (e avrà i tuoi occhi, aggiungo io)...

però eri bravo, anche da piccolo, caspita. anche se non ho capito perchè, per scendere in garage, dovevi vestirti peggio che potevi...

sergio pasquandrea ha detto...

se vedessi il mio garage, capiresti.

hzkk ha detto...

Madeleine..
perché Paolo Conte è più popolare in Francia che in Italia ?
(che peccato)

amanda ha detto...

un po' più sturm und drang, ma sicuramente c'è di te qualcosa in nuce, anche nella donna che spaventa o innamora :-)

sergio pasquandrea ha detto...

@gfpnr
perché, come al solito, in italia mandiamo via le cose migliori e ci teniamo la monnezza