martedì 28 giugno 2016

the gentle giant



Oh, a me per Bud Spencer dispiace. Lui e Terence Hill sono parte delle memorie d'infanzia mie e della mia generazione.
I loro film non sono capolavori immortali, ma non sono nemmeno il trash per cui spesso li si vuole far passare, accomunandoli magari ai vari Lino Banfi, Alvaro Vitali e compagnia scorreggiante. I film della coppia sono film comici, certo, e di una comicità immediata ed elementare; non opere impegnate, né tantomeno arte. Però sono sempre garbati, mai volgari, girati molto meglio di tanta robaccia che passa come "cinema d'autore".
Bud e Terence (parlo del Terence pre-tonaca ovviamente) sono stati due maschere, come lo erano i comici della Commedia dell'Arte o dell'avanspettacolo. Hanno riproposto in tutti i loro film sostanzialmente gli stessi personaggi: due picari dal cuore d'oro, che tiravano a campare arrangiandosi come potevano, ma che alla fine, quasi senza volerlo, si ritrovavano sempre dalla parte dei buoni.
Ecco, il nocciolo dei loro film è questo: buoni e cattivi sono facilmente riconoscibili e bastano un paio di ceffoni a sistemare tutto, tanto alla fine nessuno si fa davvero male. Consolatorio? Forse. Ma in fondo, per tutti noi, quei film rappresentano una sorta di terra dell'innocenza.

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