mercoledì 6 aprile 2016

il libro che sto leggendo

Una banda di predoni nomadi, che chiameremo il Popolo, vaga nel deserto. L'autore del libro tende a esagerarne un pochettino il numero, fissandolo a seicentomila maschi adulti (senza contare, quindi, donne e bambini); è legittimo supporre che la realtà sia un po' meno eclatante.
 Il Popolo è guidato dal Capo, un visionario di ambigue origini, che sostiene di ricevere messaggi da un'Entità Superiore, irascibile e violenta. Più volte, nel corso del libro, il Capo scatena campagne di epurazione contro chiunque, nel Popolo, dubiti della sua missione. Di tanto in tanto, fornisce al Popolo complicati e cavillosissimi elenchi di precetti da seguire, che presenta sempre come ispirati dall'Entità.

In varie occasioni, con pretesti del tutto futili, il Capo lancia il Popolo alla conquista di regni e paesi che hanno avuto il solo torto di trovarsi sulla loro strada. In genere, ne pretende la pulizia etnica totale, donne e bambini compresi.
A quel punto, i suoi gli fanno: "Bene, Capo, bello 'sto paese, fertile, ricco, abbiamo ammazzato tutti, ci stabiliamo qui?"
E lui: "No, l'Entità ha promesso al Popolo un paese, ma non questo."
"Beh, d'accordo allora. Ma quand'è che ci arriviamo a 'sto paese?"
"Ci arriveremo. Ma non voi: i vostri figli casomai"
"E perché noi no?"
"Perché siete stati cattivi*."

Alla fine del libro, il Capo apprende dall'Entità di essere prossimo alla morte, quindi notifica il suo successore: un Signor Nessuno che mai prima d'ora era stato nominato.
Segue un nuovo elenco di precetti, poi il libro si interrompe sul più bello.
Mi toccherà leggere il seguito per sapere come va a finire. Anzi, i seguiti: perché pare sia una saga bella lunga.

Citazione:
"Caccerete dinanzi a voi tutti gli abitanti del paese, distruggerete tutte le loro immagini, distruggerete tutte le loro statue di metallo fuso e distruggerete tutte le loro alture. Prenderete possesso del paese e in esso vi stabilirete, perché io vi ho dato il paese in proprietà. Dividerete il paese a sorte secondo le vostre famiglie. A quelle che sono più numerose darete una porzione maggiore e a quelle che sono meno numerose darete una porzione minore. Ognuno avrà quello che gli sarà toccato in sorte; farete la divisione secondo le tribù dei vostri padri. Ma se non cacciate dinanzi a voi gli abitanti del paese, quelli di loro che vi avrete lasciati saranno per voi come spine negli occhi e pungoli nei fianchi e vi faranno tribolare nel paese che abiterete. Allora io tratterò voi come mi ero proposto di trattare loro."

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*) Per essere esatti: il Popolo era arrivato in vista del paese, ma si era reso conto che la terra era già occupata. E anche da gente bella cazzuta.
Allora aveva detto al Capo: "Scusa Capo, ma siamo proprio sicuri che ci convenga rischiare la buccia per conquistare un paese che in fin dei conti non è neanche il nostro paese?"
E il Capo (pardon, l'Entità) aveva risposto: "Ah, è così? Pelandroni che non siete altro! E allora sapete che vi dico? A 'sto paese il Popolo ci arriverà tra quarant'anni, quando voi sarete tutti morti e sepolti. Tiè!"

2 commenti:

amanda ha detto...

da non perdere (la saga intendo, per l'entità mi pare che qualcuno abbia già pensato di incartare e portare a casa)

sergio pasquandrea ha detto...

no, comunque sinceramente, mi sta piacendo un sacco. e non scherzo.