Il mondo mi sfugge, ancora, non so dominarlo
più, mi sfugge, ah, un'altra volta è un altro...
Altre mode, altri idoli,
la massa, non il popolo, la massa
decisa a farsi corrompere
al mondo ora si affaccia,
e lo trasforma, a ogni schermo, a ogni video
si abbevera, orda pura che irrompe
con pura avidità, informe
desiderio di partecipare alla festa.
E s'assesta là dove il Nuovo Capitale vuole.
Muta il senso delle parole:
chi finora ha parlato, con speranza, resta
indietro, invecchiato.
Non serve, per ringiovanire, questo
offeso angosciarsi, questo disperato
arrendersi! Chi non parla, è dimenticato.
Pier Paolo Pasolini
da “La rabbia” (1960), in “La religione del mio tempo”
da “La rabbia” (1960), in “La religione del mio tempo”
2 commenti:
Pasolini dovrebbe essere obbligatorio a scuola, se non altro per la par condicio di cui tanto parlano..ma temo che non sia così, vero ?
(devo ammettere che nell'ex blocco sovietico ci facevano studiare la letteratura americana alla pari di quella russa)
bella, la tua poesia
eh, eva, dalla scuola italiana esce gente convinta che gli "scrittori italiani contemporanei" siano Ungaretti, Montale, Svevo e Pirandello (nati, rispettivamente, nel 1888, 1896, 1861 e 1867).
figurati se si fa studiare uno morto da appena 35 anni...
Posta un commento