Tutti si giurano puri:
puri nella lingua... naturalmente:
segno che l'anima è sporca.
È stato sempre
così. Per mentire non bisogna essere oscuri.
[...]
Sono infiniti i dialetti, i gerghi,
le pronunce, perché è infinita
la forma della vita:
non bisogna tacerli, bisogna possederli:
ma voi non li volete
perché non volete la storia, superbi
monopolisti della morte: i poeti
parlano come preti, e, profetiche,
urlano vittora, tutt'intorno
le Cassandre: è passato il tempo delle speranze!
Avevano ragione loro, nascoste
dentro le parrocchie.
Adesso riescono alla luce del giorno,
cornacchie delle privilegiate angoscie,
delle libere speranze imposte
dalla forza del capitale che non si estingue.
[...]
Non c'è via di scampo, anche chi si oppone
è quell'uomo, miserabile, empio,
stupido, freddo, ironico,
che rende faziosa ogni sua più seria
passione, che non crede all'altrui passione...
E in questo accomunano i giorni della distensione
nemici e amici: ricomincia la guerra vile
del discredito, della malizia, della
cecità di cellula
o sacrestia: e ritorna lo stile
di un tempo, nei cuori
come nei versi: ed è meglio morire.
Pier Paolo Pasolini, “La reazione stilistica” (1960)
(da: La religione del mio tempo)
(da: La religione del mio tempo)
(Nell'immagine: il cadavere di Pasolini, così come fu ritrovato all'Idroscalo di Ostia, la mattina del 2 novembre 1975)
2 commenti:
sai Sergej, ho avuto per qualche anno come vicino di casa un'ex gerarca fascista, ormai molto anziano, "miracolasamente" sopravvissuto in val padana.. E leggere Pasolini è un misto di piacere e di dolore.
quella foto è una ferita nel cuore.
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