martedì 3 maggio 2016

insonnia

Di notte i gatti sembrano bambini
o viceversa. Io non prendo sonno
perciò compongo a mente i primi versi
di questa poesia mentre un gatto
giù nel giardino miagola e oltre il muro
i miei bimbi respirano. I gatti
si leccano con cura poi dormono
sonni compatti – forse lo farebbero
anche i bambini (di leccarsi dico).
Il mio corpo non smette di parlarmi
lo fa con fitte in zona cervicale
che si diramano lungo le braccia.
Non è più un servo docile il mio corpo
come lo era quando da ragazzo
lo domavo stancandolo. Ma forse
è sempre stato tutto com’è ora
e io sono abitato dal mio corpo
di cui credevo d’essere il signore.
Adesso il gatto ha smesso di frignare
e in casa non si sentono rumori.
Devo concludere questa poesia
spero di ricordarla domattina
quando la luce mi restituirà
all’illusione di essere me stesso.

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