Capiterà
anche a te, in uno di quei momenti dopo l'amore, quando la luce
ancora non distingue i corpi e si cerca l'ultimo sonno tra il gomito
e l'ascella, lasciando le mani a inseguirsi lungso le linee di minor
tensione, lungo le tracce quasi evaporate degli odori, e la carne non
ha deciso ancora se tentare o no l'estremo allineamento, ti capiterà
in quella pausa del tempo di proiettarti a cogliere il tuo corpo
minerale, la carne fatta farina e grafite, linfa e macigno, e in
quell'intervallo rifiutarti di interrompere il silenzio, quasi che la
rivelazione sia troppo labile, che il fruscio dell'inguine contro la
coscia basti a frantumarla, e restare perciò fisso, a pochi
millimetri dal capezzolo, a metà della sistole, il petto aperto alle
correnti.
mercoledì 11 maggio 2016
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