mercoledì 6 gennaio 2016

l'alternativa o il fondamento

 Un vecchio amico*

Sveglio alle tre di mattina. C'era qualcosa di sbagliato. La casa fredda. Mi sentivo strano. Mi sono arreso all'insonnia, ho acceso il computer. R.I.P. Paul Bley.
...
Ci sono colpi da cui è impossibile riprendersi, specialmente quando sono travestiti da liberazione. Me lo ricordo come se fosse ieri, quando ho scartato la mia copia di Hot di Paul Bley e l'ho messa sul giradischi. L'assolo di pianoforte iniziale, surreale e motivico, su "When Will the Blues Leave", mi entrò dentro come un'iniezione di adrenalina.
La genenerazione prima della mia l'aveva presa con Footloose (1962), universalmente considerato uno dei migliori dischi di Bley. Nel Wisconsin nel 1986 non c'era un cavolo di Footloose da nessuna parte. Ho dovuto prenderla da Hot (1985), che bizzarramente ha quasi lo stesso esatto repertorio di Footloose
La generazione prima della mia avrebbe saputo che Bley era semplicemente un'alternativa. Io, che ero posizionato nell'epoca sbagliata e in mezzo alla natura selvaggia, ero libero di considerarlo come il fondamento. In un certo senso, tutta la mia carriera è consistita nel fare i conti con questo errore.


* Nell'originale, main man, espressione che indica qualcosa tra un amico fidato e un mentore, una persona per la quale si prova rispetto e ammirazione. 

Ethan Iverson, dal bel blog Do The Math
(che vi consiglio di leggere, a prescindere)

 

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