venerdì 2 ottobre 2015

raccontino scolastico

Anni fa (una quindicina), quando ero un prof giovane, entusiasta (e un tantinello coglione), insegnavo in una minuscola succursale, sperduta nelle campagne umbre. C'era una sola sezione, con tre classi, prima seconda e terza media. Io avevo la seconda.
Mi venne una di quelle idee brillanti, quelle che vengono solo ai neofiti: dato che eravamo solo tre insegnanti di lettere (italiano-storia-geografia), uno per classe, e dato che c'era un pomeriggio di rientro alla settimana, perché non utilizzarlo per fare qualcosa a classi aperte?
In pratica, io prendo la prima, l'insegnante della prima prende la terza, ecc. L'idea era di vedersi un'oretta a settimana, scambiarci il materiale e applicarlo ognuno alla classe dell'altro.
Carino, no?

Risultato: dopo le prime due o tre settimane, andò a finire che il materiale dovevo prepararlo tutto io, le lezioni le organizzavo solo io, e le altre due prof cominciarono a non presentarsi, a lasciare la classe scoperta, ecc. quello che doveva essere un progetto collettivo era diventato "il progetto di Pasquandrea".
L'ultima goccia fu quella volta che, cinque minuti prima di entrare il classe, una delle prof mi disse: "No, sai, io e D. ieri abbiamo pensato che oggi il progetto non si faceva".
Al mio obiettare che magari potevano avvertirmi, e che adesso non potevo tenermi per due ore una classe che, dietro mia indicazione, non aveva portato alcun materiale, tutta la risposta fu una scrollata di spalle.
Il progetto morì lì.

Tutto ciò mi pare abbia un valore metaforico, anche se non so bene quale.

1 commento: