26 luglio 2014 – Partenza
Mattina.
“Sta' come torre ferma, che non crolla / già mai la cima per soffiar di venti”.
E io sto. Il vento ha soffiato, tutta la notte, anzi continua ancora. A dirla tutta, ha proprio diluviato, a secchiate. Il piazzale, appena spazzato, è di nuovo pieno di foglie cadute. Nuvoloni gonfi e iracondi si inseguono per il cielo. Ma io sto.
Stamattina Lorenzo ha vomitato, quattro volte. Una a letto sulle lenzuola, due sul divano, una sul tappeto. Ma noi (resi)stiamo.
Non si dica che i Pasquandrea si sono arresi davanti ai virus e alle alte pressioni cicloniche.
S'ha da partire, e si partirà.
Punta Ala, here we come.
Mattina, un po' più tardi.
Primo Teorema del Contenitore.
Dato un recipiente qualunque di volume A, il valore del suo contenuto sarà sempre pari ad A + x.
Primo Corollario, o Regola di Fulvio
Quale che sia la dimensione di un bagagliaio, quelle del bagaglio lo supererà sempre di almeno 1 unità.
Secondo Corollario, noto anche come ricorsività del teratonimo.
Il caricamente di un'automobile alla partenza per le ferie provocherà l'occorrenza di almeno un termine estratto dall'insieme “Nomi di esseri sacri”, accompagnato da un'apposizione appartenente all'insieme “Nomi di animali”.
Esempi: “Bacco capriolo”, “Visnù micetto”, “Odino ornitorinco”, o simili.
Terzo Corollario
Appena inventano il teletrasporto, io sarò il primo acquirente.
“Mamma, guadda, ho pleto una macchina della politia per integuile i ladli!”
“No, mamma, senti, io ho più fantasia. Ho preso tre Barbie, Ken e la Puffetta. Se c'è un pericolo, le difende Ken. Se il pericolo è grande, le difende la Puffetta. Se il pericolo è enorme, le difendono Ken e la Puffetta insieme”.
Primo pomeriggio
“Mamma, lo tai? Mangiando la patta, mi ti sono allunghiti un po' i piedini”.
Ore 15,30 circa
Che cosè questo groviglio di minuscole membra intrecciate sul muro?
Mi avvicino: è un ragnetto (un ragnetto minuscolo, lungo pochi millimetri, con l'addome nero, tondo e lucido come una biglia*) che si sta pappando beatamente una formica.
Provo a soffiare e il ragno si allontana spaventato, ma solo di pochi centimetri, e tenendo sempre sott'occhio il suo pasto. Che riprende dopo pochi secondi.
* Apprendo da Wikipedia che si chiama Euryopis, genere Teridiidae,
predatori specializzati delle formiche.
Pomeriggio
Le Crete, colline grigiastre scavate dalle isoipse dei solchi. La grana di questa terra è inconfondibile, secca e ruvida, la riconoscerei tra mille. Mi ricorda il paesaggio del Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini. Anche la vegetazione sembra condividere la stessa scabra scontrosità.
Superata Siena, il Tomtom partorisce una delle sue idee balzane. Invece della comoda strada che ci porterebbe a Grosseto e poi, lungo l'Aurelia, fino a Follonica, ci spedisce dritti nel bel mezzo della Maremma.
Attraversiamo pianure orlate da cieli gipiani (si dirà “gipiani”? ), poi paesini dai nomi pittoreschi (Volte Basse, Sovicille, Pian dei Mori, Malignano, Boccheggiano, Chiusdino), quindi alte colline ricoperte da boschi maestosi, apparentemente impenetrabili, di un verde quasi fosforescente.
Costeggiamo San Galgano, ma essendo in ritardo sulla tabella di marcia decidiamo di vederla al ritorno.
Ore 18,00
Nel momento esatto in cui varchiamo la soglia del campeggio, il mio cellulare si rompe. Morto, senza speranza.
Se questo non è un segno del destino...
Ore 18,30
“Papà, petté invece di abitale nella nostla bella catetta, tiamo venuti qua?”
“Mamma, io pensavo di divertirmi di più venendo qui.”
Ore 19
Quel momento in cui, appena arrivato, tutti sono in costume, tranne te.
Per fortuna, subito dopo il cielo si oscura e scoppia un temporale. Tiè.
Ore 21
“Eli, guarda che fligo piccolo!”
“È un cucciolo, deve ancora crescere.”
“Ma i flighi non mangiano!”
“Sì, mangiano le bottiglie.”
Ore 23
– Taglia e volta la prima carta, – gli disse.
Poi si lasciò ricadere sulla poltrona e aspirò una boccata dalla pipa di porcellana.
– È il Demiurgo, – commentò. – Uno dei tre arcani maggiori fondamentali. Rappresenta un giocoliere in piedi davanti a un banco coperto di oggetti eterocliti. Cosa significa? In te c'è un organizzatore che lotta contro un universo in disordine sforzandosi di dominarlo con mezzi di fortuna. Sembra riuscirci, ma non dimentichiamo che questo demiurgo è anche un giocoliere: la sua opera è illusione, illusorio il suo ordine. Disgraziatamente, lo ignora. Lo scetticismo non è il suo forte.
Un urto sordo scosse la nave, mentre il fanale accusava un angolo di quarantacinque gradi con il soffitto.
[…]
– Un ordine fatto a tua immagine, – ripetè con aria pensosa. – Nulla può farci penetrare l'anima di un uomo come immaginarlo investito di un potere assoluto grazie al quale può imprre senza ostacolo la propria volontà. […] Sei pio, avaro e puro. Il regno di cui potrai essere sovrano dovrebbe rassomigliare a quei nostri grandi armadi di casa dove, da noi, le donne ripongono pile i lenzuola e di tovaglie immacolate e profumate di sacchetti di lavanda. Non ti adirare. Non arrossire. Ciò che ti dico potrebbe mortificarti solo se tu avessi vent'anni di più. Sta di fatto che hai tutto da imparare. Non arrossire e scegli un'altra carta...
(Michel Tournier, “Venerdì o il limbo del Pacifico”, Einaudi 1983, pp. 9-10)
Mezzanotte
Ecco, questa me l'ero scordata: il
chiù.
Ogni sera, è lui a darci la buonanotte, con la sua unica nota acuta e monotona.