giovedì 17 luglio 2014

non ci è dato di sapere (quattro poesie di Greta Rosso)

all’improvviso c’è questo muro, color oliva,
e non ci è dato sapere se il colore sia il suo
effettivo o se si tratti piuttosto di una strana
combinazione di luci e stagioni a comporre
questa tinta, questo muro, dicevamo, dove
l’intonaco sboccia in fiori i cui petali l’umidità
apre con poco garbo ma grande riuscita
scenica, e vicino a questo aprirsi e sfiorire
dell’intonaco un viso di ragazzo s’appoggia
colmo di ansia, la camicia molto in ordine,
mentre origlia una discussione che preferirebbe
non lo riguardasse. il fermento gli accorcia
il fiato. le mani sudate. lo sguardo fisso su
un paralume macchiato. vorremmo che non
ascoltasse, o che almeno potessimo sentire
anche noi.

* * *

questi fiori in forma di polmoni, innesti
appena disegnati, la casa colonica, le
finestre annoiate e prive di speranza,
le spoglie decise dell’inverno, fuoco
minuto nell’incavo che scavo fra le
braccia, il tuo piccolo cranio da accarezzare-
ti muovi piano sulle scenografie divelte,
mi lasci un colore, una forma, un
tavolino basso, le orme delle tazze-
non esiste il mondo così come possiamo
viverlo. esiste un appena di voce, sulle
verande appassite

* * *

si ferma con la mano a mezz’aria
come un mida incerto
quasi presentisse
che una carezza a giugno
è un crimine mal riposto
con i morti che superano i nati
e l’egoismo del caldo che torna.
poi la mano scende
cala con un’accelerazione inattesa
sbattendo forte lo strofinaccio
contro il parapetto di cemento.
i veicoli del pensiero
hanno sgomberato il vicolo sottostante
non restano che i ciottoli
e i fiocchi grigiastri morbidi della polvere.
nel pieno dell’immaginazione,
nel vuoto della parola

* * *

sposami a pranzo
fammi una crociata color ciclamino
una brigata fenomenale
piena di ragazzotti sorridenti
che mi chiamino sorellina
dimmi che finiranno le guerre
piantami gerani e oleandri in alaska
regalami un mastroianni trentenne e luminoso
una mondina occhi belli
ma prima di tutto levami
questa poesia di sepsi
dalle mani

altri testi li trovate qui

2 commenti:

amanda ha detto...

Deformazione professionale: com'è una poesia di sepsi?
Mi stavo gustando gli oleandri in alaska, il mastroianni luminoso quand'ecco spunta la sepsi

sergio pasquandrea ha detto...

presumo sia (cito da Wiki) una "risposta dell'organismo [...] all'invasione di tessuti, fluidi o cavità corporee normalmente sterili da parte di microrganismi patogeni o potenzialmente patogeni".
in questi casi, alcuni organismi producono poesia.