venerdì 17 gennaio 2014

"una piccola cosa mia" (quattro poesie di Cinzia Demi)



fu un giorno lontano
che presi la tua foto

solo quella presi

eri una piccola cosa mia
eri Dio
mia unica compagnia


* * *


che strano sapore
possono avere le stelle
ho la bocca piena di sale

dicono non sia giusto guardarle
se pensi
a quanta luce ti danno

proprio adesso
che camminare al buio
è più semplice che mai


 * * *


quante notti ti ho descritto
per arrivare a questa
a questa di bicchieri non lavati
e briciole
raccolte con la mano

solita panca solita cucina
– dobbiamo fare mattina –
hai detto

poi con gli occhi
hai cercato qualcosa
qualcosa di lontano
mi hai preso la mano
era estate all'improvviso

Firenze fuggiva quella notte
come un campo seminato di fresco
– perché te lo sei chiesto? –

baci e velluto sulla pelle
amore non giurato
baccanti, dei prodighi e pittori
bravi quegli attori di strada
che orchestra ci portava il vento

un solo strumento
variabili nessuna
sì fose c'era anche lei
la luna
e il passo veloce
di quegli anni

sul lung'Arno
una chiatta c'accompagnava
brivido di fuoco sulla pelle
la tua giacca
mi copriva le spalle


* * *


“Un po' di pace basta a rivelare
dentro il cuore l'angoscia,
limpida, come il fondo del mare
in un giorno di sole”

(P. P. Pasolini – Le ceneri di Gramsci, V)


della periferia

scendo sempre alla fermata prima
l'autobus riparte continua
guardo l'asfalto che qui screpola e ribolle
e sto attenta alle buche
e a non mettere il piede dov'è molle

al diavolo la strada stasera
senti che profumo di lavanda
o so è quel bucato steso che lo manda
ma il cielo è ancora così azzurro a quest'ora
anche per quell'anziana signora

che mi guarda incuriosita e mi odora
come il cane che si ferma un attimo
che smette di cercare
forse mi vorrebbe parlare
ma guardo già più avanti

oltre il ponte oltre i campi
oltre l'ultimo palazzone
oltre l'ultima coda sullo stradone
oltre il fiume
oltre l'ultimo lembo di verde

oltre la vita disperata che emerge
tra quei filari di cassonetti pieni
in quegli occhi d'indaco e di lupo
che in una sera come questa
accennano un sorriso di saluto


(da “Il tratto che ci unisce”, Prova d'Autore, Catania 2009)


nell'immagine: Evelyn Williams, "La luna sulla mia faccia"

2 commenti:

lievito ha detto...

bellissime.
grazie.

amanda ha detto...

grazie per il regalo