RUMINAZIONI - poesia, musica e altro. di Sergio Pasquandrea
venerdì 11 marzo 2011
les verts paradis
E' perché è inaccessibile che la nostra infanzia ci sembra felice. La nostalgia è insieme una causa e un effetto: paradossalmente, è la causa della propria causa.
Non raggrinza. Ma ti devo dire questo, Sergio. L'altro giorno ho fatto un esperimento. Sono andato, quasi in catene, a bunkerizzarmi in un rifugio di cultura, seminariale. Parlava un luminare, dai capelli messi in piega, un occhio spappolato da chissàcchi, deportato chissàddove. Declamava una lingua a me completamente sconosciuta, quasi a livello aramaico. Allora, avevo questa protesi di programma su una mano, e quel vociare di rumori torniti dall'altra... Mi sono sentito rimpicciolire. Tornare allo stato brado quando i significati erano ancora da sterminare. C'ero andato proprio per quello. Per ritornarmi. sono uscito da tre ore di confino con una leggerezza invidiosa di una piuma. Invito alla prova.
eppure ho una forte sensazione di essere stata felice allora, anche se la felicità non è uno stato costante, sicuramente allora avveniva più di frequente
@daniz è una sensazione che ho provato molte volte, nella mia lunga carriera accademica (laurea, specializzazione, dottorato, assegno di ricerca).
@amanda a me, invece, non sembra di essere stato particolarmente felice, allora; o comunque, non più di adesso. piuttosto, penso che oggi potrei essere felice, se rivivessi quell'età con il senno di poi. ulteriore dimostrazione che la felicità è sempre un'astratta ipotesi speculativa.
Un altro estratto dalla mia tesi di laurea . Affronto un periodo cruciale, quello tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta. ...
disclaimer
Questo è un blog. Viene aggiornato senza alcuna periodicità (ogni settimana, o ogni giorno, o magari più volte al giorno), ad assoluto arbitrio del suo autore. L'autore non è iscritto all'ordine dei giornalisti e non viene retribuito per i contributi pubblicati. Si riserva di parlare di qualunque argomento ed è personalmente responsabile delle opinioni qui espresse. Questo blog non è una testata giornalistica, ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001. I materiali pubblicati sono di proprietà dell'autore, oppure di pubblico dominio. Se qualcuno ritiene di poter vantare diritti su di essi, è pregato di contattare l'autore. Buona lettura.
3 commenti:
Non raggrinza.
Ma ti devo dire questo, Sergio. L'altro giorno ho fatto un esperimento. Sono andato, quasi in catene, a bunkerizzarmi in un rifugio di cultura, seminariale. Parlava un luminare, dai capelli messi in piega, un occhio spappolato da chissàcchi, deportato chissàddove. Declamava una lingua a me completamente sconosciuta, quasi a livello aramaico. Allora, avevo questa protesi di programma su una mano, e quel vociare di rumori torniti dall'altra... Mi sono sentito rimpicciolire. Tornare allo stato brado quando i significati erano ancora da sterminare. C'ero andato proprio per quello. Per ritornarmi. sono uscito da tre ore di confino con una leggerezza invidiosa di una piuma.
Invito alla prova.
ciao Sergio.
eppure ho una forte sensazione di essere stata felice allora, anche se la felicità non è uno stato costante, sicuramente allora avveniva più di frequente
@daniz
è una sensazione che ho provato molte volte, nella mia lunga carriera accademica (laurea, specializzazione, dottorato, assegno di ricerca).
@amanda
a me, invece, non sembra di essere stato particolarmente felice, allora; o comunque, non più di adesso. piuttosto, penso che oggi potrei essere felice, se rivivessi quell'età con il senno di poi. ulteriore dimostrazione che la felicità è sempre un'astratta ipotesi speculativa.
Posta un commento