venerdì 11 marzo 2011

les verts paradis


E' perché è inaccessibile che la nostra infanzia ci sembra felice. La nostalgia è insieme una causa e un effetto: paradossalmente, è la causa della propria causa.

(Vladimir Jankélévitch)

3 commenti:

lazard ha detto...

Non raggrinza.
Ma ti devo dire questo, Sergio. L'altro giorno ho fatto un esperimento. Sono andato, quasi in catene, a bunkerizzarmi in un rifugio di cultura, seminariale. Parlava un luminare, dai capelli messi in piega, un occhio spappolato da chissàcchi, deportato chissàddove. Declamava una lingua a me completamente sconosciuta, quasi a livello aramaico. Allora, avevo questa protesi di programma su una mano, e quel vociare di rumori torniti dall'altra... Mi sono sentito rimpicciolire. Tornare allo stato brado quando i significati erano ancora da sterminare. C'ero andato proprio per quello. Per ritornarmi. sono uscito da tre ore di confino con una leggerezza invidiosa di una piuma.
Invito alla prova.

ciao Sergio.

amanda ha detto...

eppure ho una forte sensazione di essere stata felice allora, anche se la felicità non è uno stato costante, sicuramente allora avveniva più di frequente

sergio pasquandrea ha detto...

@daniz
è una sensazione che ho provato molte volte, nella mia lunga carriera accademica (laurea, specializzazione, dottorato, assegno di ricerca).

@amanda
a me, invece, non sembra di essere stato particolarmente felice, allora; o comunque, non più di adesso. piuttosto, penso che oggi potrei essere felice, se rivivessi quell'età con il senno di poi. ulteriore dimostrazione che la felicità è sempre un'astratta ipotesi speculativa.