mercoledì 8 settembre 2010

madeleine (2)


Qui dovremmo essere verso la metà degli anni '90, intorno all'epoca del mio arrivo a Perugia. Diciotto-vent'anni, insomma. Tanto per sapere.


Io non so quale vento tortuoso
mi colma il petto come una conchiglia

La persiana regge a stento la notte
furiosa di fanali

E il mio cuore ha il perimetro dei muri
la loro forza sparuta

che frena il buio allo stupore del canto

* * *

Due giorni di pioggia testarda
hanno chiuso in casa quasi tutto
il paese: quei pochi che scavalcano
pozzanghere di certo busseranno
ad altre porte. Gocce di condensa
sui vetri deformano l'immagine
delle automobili. Eppure sei tanto
vicina se nei fili del telefono
so l'ansia di ciò che non dici

sola in chilometri di grigio.

* * *

E' la musica ormai senza colori
del tramonto che il nido indolente
risveglia del mio cuore

(Scendesse una foglia
una
a scuotere l'acqua in un cerchio
di dolore)

* * *

Nell'ora più azzurra del crepuscolo, tuffato
dal torpido lucore dei lampioni,
che cosa vidi sporgersi e distogliersi sul cavo
d'ombra del balcone?

Nell'ora più incerta tra l'estasi e l'ombra
un'eco di voli rigava le cose semispente
e nel petto sentivo il mio cuore
riscuotersi a un graffio di dolcezza.

* * *

E' acqua o è la tenebra, quella
che bubbola di là dal cerchio esiguo
di due lampioni, falbi sotto il fosforo
dell'Orsa? E' un sapore di giorni
rancidi, quello del groppo
che sputo sulla sabbia bagnata?
Chi mi chiama è la notte dissipata
per un ribollire di sogni
tarati, di baci abortiti?
Il cielo è più cieco del sonno
che serra un corpo spento di ragazza
a due passi da me. Sul cuscino
il buio ha cancellato il suo profilo.

* * *

Sarà forse un tuo slancio di rondine a rompere il cielo
il taglio dei tuoi occhi a fare giorno

E il tempo cadrà esatto come il globo
di luce dalla foglia del mattino

Il grigio torpore di nubi che ora soffoca ogni luce
tu lo sospenderai nello splendore

di un gesto che ha tutta la fermezza di un rapido mattino.

* * *

E oggi mi ritrova questa luce
questo carosello di ombre mute
nel silenzio dorato della stanza.
Come udite di sott'acqua
anche queste parole
ritornano oggi sul mio cuore esausto.

* * *

Il ragno del mattino tesserà il nuovo giorno
freddo d'una purezza di sorgente

La mia mente è un pesce d'oro nell'acquario delle fronde
e il tuo ricordo in me prilla come un'acqua inquieta

* * *

Non ci sono che io a sapere il tuo
rincorrerti al mattino negli specchi
nel gelido sole d'inverno che piomba
sulla stanza ancora calda del tuo sonno.

Non ci sono che io a saperti incerta
sulla soglia del giorno - e il guizzo bianco
della sciarpa ti sospinge nella luce
nel vento arrogante di Perugia.

Non ci sono che io a sapere il tempo
esatto del tuo passo, io che ti guardo
come un graffio leggero che non so
più cancellare dal mio cuore liso.

1 commento:

amanda ha detto...

mi piacciono molto il "graffio di dolcezza" ed anche "un gesto che ha tutta la fermezza di un rapido mattino"

:-)