sabato 5 dicembre 2009

ossessioni



Mannaggia a YouTube.
Bellissima cosa, non metto in dubbio, ma finisce per alimentare il lato ossessivo-compulsivo della mia personalità.
Ad esempio, ultimamente ho cominciato ad essere ossessionato dal Notturno Op. 9 n. 3 di Chopin, e YouTube mi ha dato l'agio e l'estro di ascoltarne quante versioni voglio. Risultato: sono settimane che non faccio altro, dalla mattina alla sera
Nei momenti liberi (o meglio: nei momenti in cui a casa non c'è la mia bambina, la quale - chissà perché - ultimamente si è fissata che non devo suonare il pianoforte e comincia a strillare appena mi vede aprirlo) riprendo il mio vecchio spartito dei Notturni, spazzo via la polvere e leggo e rileggo questo Notturno (non dico "studio" perché il termine mi sembra eccessivo).
Dicevo di YouTube, però. E dunque ho ritrovato la versione di Artur Rubinstein, la prima in assoluto che sentii, a nove o dieci anni, su una cassetta ormai quasi del tutto smagnetizzata, che arrivò a casa mia per vie misteriose (credo di ricordare che ci arrivò per posta, forse come parte di un'offerta commerciale di cui non ricordo assolutamente niente).



Ho trovato quella di Maurizio Pollini, pianista che ammiro enormemente ma che - purtroppo - su Chopin non ho mai apprezzato molto. Troppo rigido, controllato, poco naturale.



Quella di Vladimir Horowitz, sensuale e un po' eccessiva come suo solito.



Quella di Ashkenazi, che come al solito sfiora l'assoluto.



Quella di Heinrich Neuhaus, gran pianista che (confesso) finora conoscevo solo di nome.



Quella, niente male, di Livia Rév, che invece non avevo mai sentito nominare.



Quella impetuosa di Claudio Arrau.



Quella di Daniel Baremboim, pianista che non mi è mai piaciuto e che continua a non piacermi.



Quella di Maria João Pires, altra grande artista che conosco pochissimo.



OK, se siete arrivati fin qui avete capito perché ho parlato di "ossessione".

E visto che ci siamo: in questo stesso giorno, undici anni fa, all'una di notte, in una vecchia Fiat Uno color verde-petrolio con i vetri completamente appannati, parcheggiata di fronte al mio appartamento da studente in piazza Morlacchi, a Perugia, diedi il primo bacio alla ragazza che sarebbe poi diventata mia moglie. (Appena staccate le labbra, il mio compagno di stanza ritornò a casa completamente ubriaco e, nell'aprire il portoncino d'ingresso, lanciò nel silenzio della notte perugina un clamoroso, monumentale rutto, che ci fece scoppiare entrambi in una risata incontrollabile).
Questo post è dedicato a Daniela.

3 commenti:

lillo ha detto...

io non sono un esperto ma avendo un fratello che suona (anche lui) il piano, i notturni di chopin li conosco bene e ti do pienamente ragione, questo è veramente un gran pezzo, di quelli universali, che può tranquillamente ascoltare chiunque, anche se forse nove volte di seguito son tante ;)

la parte più bella però, almeno per uno come me, è l'ultima, quella del primo bacio con rutto "sublime" e trovo che questo post sui mille toni della notte sia uno dei più romantici che ho mai letto. sono incantato. forse perchè sto ascoltando ashkenazi.

hzkk ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
hzkk ha detto...
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