Ho sentito dire che il jazz è musica per intellettuali, che è complicato, incomprensibile, o nel migliore dei casi che è fico, cool, “un sacco yeah”, come diceva un mio amico.
Però spesso sfugge un particolare: che il jazz è musica di origine africana, quindi è musica che parte dal corpo e deve arrivare al corpo, deve farti muovere, farti battere il piede. Altrimenti è tutto inutile.
Prendiamo Thelonious Monk, per esempio: si è sempre detto che la sua musica è criptica, oscura, idiosincratica, cerebrale, e così via. Però si dimentica che spesso Monk, durante i concerti, si alzava e ballava. Sì, ballava, muovendosi come un grosso orso nero su e giù per il palcoscenico. Forse, a conti fatti, quella musica non era poi così cerebrale.
(...continua su "La poesia e lo spirito")
3 commenti:
ho letto l'articolo - pensavo che quelle "dita dritte, rigide come bacchette" fosse una caratteristica, non necessariamente un diffetto.Quando vedevo suonare quel tipo..quel genio di Thelonious Monk ( "tipo" lo dico per l'estrema simpatia per l'insieme )avevo l'impressione che la sua musica arrivasse direttamente nelle punte delle dita..come se stesse nei polpastrelli
è un difetto se lo si guarda dal puonto di vista delle "corrette" regole accademiche.
Infatti il punto è proprio questo: nel jazz, molte volte ci sono artisti che hanno una tecnica personale (nel caso di monk, MOLTO personale). ma se quella tecnica è efficace e raggiunge l'obiettivo, perché considerarla un difetto?
già. ora che ci penso ho una sorellastra (molto più piccola) diplomata al conservatorio, al pianoforte. la vedevo esercitarsi per delle ore e il mio sguardo era abituato alla posizione corretta delle mani: adesso mi rendo conto che proprio quel "diffetto" di Thelonious Monk me lo faceva sembrare, al livello inconscio, così extraterreno..come se per lui fosse superfluo assumere quella o l'altra posizione delle mani..
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