martedì 2 giugno 2009

malinconia


Alfonsina Storni Martignoni nacque nel 1892 nel Canton Ticino e a quattro anni emigrò in Argentina con i genitori. Fin da piccola svolse i lavori più umili per aiutare la famiglia a tirare avanti. Nel 1907 si aggregò a una compagnia di attori, poi riuscì a diplomarsi e cominciò a lavorare come maestra in una scuola rurale. Sono di quegli anni le prime poesie, pubblicate su riviste argentine.
Nel 1911 si trasferì a Buenos Aires e l'anno dopo, senza essere sposata, ebbe un figlio che crebbe da sola, senza mai rivelare il nome del padre. Negli anni '20 le sue poesie ricevettero numerosi riconoscimenti: Alfonsina conobbe i maggiori letterati argentini, lavorò come giornalista, si avvicinò al socialismo, organizzò biblioteche popolari. Ma il successo la portò a un crescente disagio che sfociò in una nevrosi. Iniziò a viaggiare, visitò l'Europa dove conobbe Pirandello, Marinetti, Garcìa Lorca.
Nel 1935 fu operata per un tumore, ma quando seppe che l'operazione non aveva avuto successo scelse il suicidio.
Andò in un piccolo albergo della località balneare di Mar del Plata, scrisse la sua ultima poesia e la inviò a un giornale. Il giorno dopo, il 25 ottobre 1938, andò sulla spiaggia ed entrò in mare, lasciandosi trascinare al largo dalle onde.

"Alfonsina y el mar", musica di Ariel Ramirez, testo di Felix Luna. Canta Mercedes Sosa.
Buon ascolto.



Per la sabbia soffice che il mare lambisce
la sua piccola orma non torna più indietro
e un sentiero solitario di pena e silenzio è arrivato
fino all'acqua profonda

e un sentiero solitario di pura pena è arrivato

fino alla spuma.


Lo sa Dio che angoscia ti ha accompagnato,

che dolori antichi hanno spento la tua voce

per addormentarti cullata nel canto

delle conchiglie marine,

la canzone che canta sul fondo oscuro del mare

la conchiglia.


Te ne vai Alfonsina con la tua solitudine:
quali nuove poesie sei andata a cercare?

E una voce antica di vento e di mare

ti lacera l'anima

e la sta chiamando

e tu vai fin là come in sogno,

Alfonsina addormentata, vestita di mare.


Cinque piccole sirene ti condurranno

per strade di alga e di corallo

e cavalli marini fosforescenti faranno

un cerchio al tuo fianco

e gli abitanti dell'acqua nuoteranno

subito al tuo fianco.


Abbassami un po' più la luce

lascia che dorma in pace, balia,

e se lui chiama non dirgli che ci sono

digli che Alfonsina non torna

e se lui chiama non dirgli mai che ci sono

digli che me ne sono andata.


Te ne vai Alfonsina con la tua solitudine,

quali nuove poesie sei andata a cercare?

E una voce antica di vento e di mare

ti lacera l'anima

e la sta chiamando

e tu vai fin là come in sogno

Alfonsina addormentata, vestita di mare.

7 commenti:

io ha detto...

e si è sciolta nel mare come ghiaccio

:-) ha detto...

ma come Serghiej, non ti fa rallegrare il sorriso della nostra Seconde Dame Noemi ?

io ha detto...

spero che tu abbia anche qualche altro esempio, magari all'incontrario, di una/o che sbuca dal mare e poi un giorno schiatta dalle risate..

c'era un film che iniziava con una scena in cui due uomini uscivano dal mare con un'enorme armadio...

sergio pasquandrea ha detto...

Zacinto mia, che te specchi nell'onde
Del greco mar da cui vergine nacque Venere, e fea quelle isole feconde Col suo primo sorriso...
(Ugo Foscolo, "A Zacinto"

io ha detto...

bella !
un'isolotto greco, anche il più piccolo, rimette la pace nel mondo

(tornando al tema, ma solo per un'attimo: alla fine il "TS" di De Angelis non solo l'ho capito ma mi è anche piaciuto, molto)

sgrammaticando ha detto...

ma questa poesia finisce con la sepoltura. ci risiamo :-)
trasformista

sergio pasquandrea ha detto...

i poeti sono dei gran depressi