Una volta ero piccola, ero senza parole.
Ero piccola e senza parole.
Una volta ero molto leggera, pesavo pochi chili.
Una volta c’erano solo tre o quattro chili di me,
solo pochi chili di me, solo pochi chili
avevano il mio nome.
Ero piccola e senza parole.
Una volta ero molto leggera, pesavo pochi chili.
Una volta c’erano solo tre o quattro chili di me,
solo pochi chili di me, solo pochi chili
avevano il mio nome.
Mariangela Gualtieri
* * *
Non ti piace andare a scuola
stare fermo muto e chiuso
mentre fuori il mondo accade.
La mattina cataloghi i dolori
che atroci puntualmente ti assalgono
al punto da impedirti la presenza.
Io da zio a padre putativo
per voce di famiglia dovrei spiegarti
che dei libri ti deve importare
più dei giochi tutti e degli animali
e dei cieli variabili di naviganti nuvole
che studi come fossi un nuovo Adamo.
* * *
Non ti piace andare a scuola
stare fermo muto e chiuso
mentre fuori il mondo accade.
La mattina cataloghi i dolori
che atroci puntualmente ti assalgono
al punto da impedirti la presenza.
Io da zio a padre putativo
per voce di famiglia dovrei spiegarti
che dei libri ti deve importare
più dei giochi tutti e degli animali
e dei cieli variabili di naviganti nuvole
che studi come fossi un nuovo Adamo.
Daniele Mencarelli
* * *
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Con piccole grida dirigi il tuo popolo d’ombre.
Luce di levante
i piatti nuovi sulla mensola
e i rami dell’acacia setacciano il giorno.
Ma tu scivoli tranquilla di segno in segno
i pensieri ti trapassano come vetro.
2 commenti:
..quella terza poesia..bellissima.
e la scultura..
La scultura è "Ecce Puer" di Medardo Rosso.
La terza poesia è mia, dedicata a mia figlia che da piccola rimaneva ore e ore nella culla ad articolare sillabe e sembrava dirigesse un suo privato teatrino di creature immaginarie.
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