
(ad Antonio, con nostalgia comune)
Sono nato nel 1975.
Ho cominciato a interessarmi alla politica tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90, quando i muri crollavano e il vecchio PCI celebrava la propria ecpirosi. Cominciava a nascere quella cosa informe, molliccia, ameboide, multitentacolata, che è la Sinistra italiana dello scorso quindicennio.
Non rimpiango il Partito, né tantomeno rimpiango il socialismo reale nelle sue varie metamorfosi (tutte più o meno mostruose).
Non rimpiango nemmeno chi si è colluso, in maniera più o meno consapevole, con gentaglia come Stalin, Mao o Fidel Castro.
Rimpiango la possibilità di pensare in maniera diversa.
Rimpiango un'alternativa.
Rimpiango una speranza, in mezzo ai bastioni dorati del consumismo che ormai ci si sono saldati intorno in maniera irreparabile.
Noi (pochi) siamo dentro, (tanti) altri sono fuori.
Il comunismo era la possibilità di pensarci tutti fuori.
Il consumismo è la voglia di chiuderci tutti dentro.