Ho pubblicato il primo post di questo blog il 27 giugno 2008, anche se l'inizio vero e proprio, ossia il momento in cui ho cominciato a scrivere con regolarità, andrebbe datato all'8 agosto. Quindi, a seconda del momento dal quale si fa iniziare il computo, sono entrato da poco, oppure sto per entrare, nel mio secondo semestre da blogger.
Ora, non ho mai creduto nell'assoluta necessità di commisurare le nostre vite sui cicli di rotazione e rivoluzione del globo terracqueo rispetto a corpi celesti come il Sole o la Luna (per me, non celebrerei manco i compleanni), però alle ricorrenze non si sfugge. Perdipiù, mi accorgo che i primi due post di agosto 2008 erano dedicati a un paio di riflessioni preliminari: quello dell'8 ai pro e contro di tenere un blog, quello del 12 alle cose di cui (non) parlare. E dunque, buona occasione per fare un po' di esame di coscienza.
(I lettori sono avvisati: se l'argomento non interessa, saltate la casella, come si faceva nel buon vecchio gioco dell'oca).
Mi chiedevo se avrei potuto essere intelligente abbastanza spesso. Problema parzialmente risolto appoggiandomi all'intelligenza altrui: post con canzoni, o poesie, o semplici aforismi. Insomma, siamo o non siamo nani sulle spalle dei giganti? Meglio un briciolo di intelligenza altrui che un quintale di sciocchezza autoprodotta.
Mi preoccupavo della pubblicità data a ogni parto del mio cervello. Paura infondata, dato che (per fortuna) questo blog lo leggiamo in quattro o cinque, sottoscritto compreso. Meglio così: lathe biosas, diceva uno che ne sapeva più di me.
Pensavo all'obbligo (?) di scrivere ogni giorno, e devo ammettere che questo è stato uno sprone positivo, una disciplina mentale. Mi ha fatto perdere del tempo, forse, sottratto al lavoro o ad attività più piacevoli, ma ho la netta impressione che ora il mio cervello giri meglio di qualche mese fa. O è vero, oppure il rincoglionimento avanza. Speriamo la prima.
Poi mi facevo una lista di argomenti di cui parlare: musica, jazz nella fattispecie (ce l'ho), letteratura (ce l'ho), cinema (mi manca, ma non è colpa mia); e una lista di argomenti di cui non parlare: sport, e in particolare calcio (vabbè, ma questa era facile, visto il peso che lo sport occupa nella mia vita e la repulsione che mi ispira uno spettacolo in cui ventidue energumeni semianalfabeti, puzzolenti di sudore, vestiti con ridicoli mutandoni, passano un'ora e mezza a correre per un prato inseguendo un pezzo di cuoio); vita privata (e posso dire di averlo fatto, visto che quel poco che ho raccontato di me era in post che parlavano d'altro).
E poi c'era la politica: e qui qualche volta mi è scappata. Ma proprio non ne potevo più. D'ora in poi cercherò di rispettare il fioretto: niente politica, o il meno possibile. Anche perché il mondo non aspetta certo la mia opinione.
E infine, che cos'è diventato in sei mesi questo blog? Per fortuna, non un diario in pubblico: non l'avrei proprio sopportato. Piuttosto, uno spazio dove mettere nero su bianco i pensieri, e magari confrontarli con quelli di qualcun altro. Ecco, uno spazio per fare un po' di chiarezza, per cernire l'utile dal superfluo.
Vedremo quanto durerà
ritorni e sostituzioni…
2 ore fa
13 commenti:
molto onesta, direi, la tua autocritica, anche se io non rinuncerei così impunemente alla politica al posto tuo, non tanto perchè il mondo si aspetta una tua opinione quanto perchè quando ne parli lo fai col cuore in mano, non è insomma un esercizio di retorica ma una tua espressione e credo che sia giusta...
da questo punto di vista, qualche volta, secondo me, il diario rischia pure di scapparci (in fondo sui diari ci si mettono pure i testi delle proprie canzoni preferite o le frasi degli altri che si considerano più intelligenti...) l'importante secondo me è non diventare mai noiosi o imbarazzanti, poi si può fare più o meno tutto... (io ammetto di esserci caduto un paio di volte nel diario, ma per fortuna sono sempre caduto coi piedi per terra, o così spero, e del resto pubblico solo poesie, insomma confessioni ma a metà)
per finire a dovere, cioè con lo sport, non esiste mica solo il calcio, sai? hai mai pensato a sport nobilissimi ed appassionanti come la lotta nel fango femminile? ;-)
ciao sergej:)
oggi ho letto qualche altro post... ma quanto hai scritto?!? sono un po'invidiosa, io non ci riesco... penso una cosa buona se va bene ogni tre mesi. vorrei farti un po'di domande, un po'perchè mi sembri saggio, un po'perchè sono curiosa: come si capisce quando si ha qualcosa da dire? quanto valgono le opinioni? e quanto si può essere cattivi nelle recensioni? (non ho mai recensito nulla, nemmeno quando ne avrei avuta voglia, perchè mi sento sempre troppo dogmatica...) perchè niente cinema?
per quanto riguarda il fascino delle periferie desolate brutte (diverse dalle periferie desolate diventate "belle", stereotipate dal neorealismo prima, da pasolini poi e via dicendo... che rimangono efficaci ma purtroppo sono state banalizzate dal successo che hanno avuto): ho provato a scriverne nel post "l'automobile" (anche se me sono resa conto soltanto dopo), e non è stato facile. come si fa?
(troppe domande, lo so, prometto che non succederà più)
Licia, provo a rispondere un po' come viene.
Intanto grazie per il "saggio", ma mi fa già sentire una lunga barba bianca che mi scende dalle gote, e a 34 anni (non ancora compiuti) mi sembra un po' presto.
"come si capisce quando si ha qualcosa da dire? quanto valgono le opinioni?"
Bella domanda, che esigerebbe una risposta ancora più bella, della quale purtroppo non dispongo. Anche per questo ho deciso di aprire un blog: perché mettere le opinioni nero su bianco aiuta a dar loro un minimo di distacco e oggettività, e perché sottoporle al pubblico vaglio ti costringe pensare bene a quel che scrivi.
"e quanto si può essere cattivi nelle recensioni?"
Domanda ancora più complessa. Io faccio il recensore (di dischi) per mestiere, e ti confesso che più vado avanti più mi rendo conto dell'enorme responsabilità che la cosa comporta.
Qualche tempo fa ho provato a rifletterci qui: http://www.nazioneindiana.com/2007/10/25/la-solitudine-del-recensore/
"perchè niente cinema?"
Perché ho una bambina di un anno e mezzo e quindi il cinema fuori casa per ora mi è precluso, e anche la visione di dvd a casa è abbastanza difficoltosa (io per vedere un film ho bisogno di buio, silenzio e concentrazione, tutti molto difficili da ottenere con una creatura in giro che ha solo voglia di correre e giocare).
Sulle periferie.
Il tuo post è davvero molto bello (senza falsi complimenti), e l'unica risposta che mi viene è: non si fa. Non ci si obbliga a scrivere, le cose o salgono in superficie da sole o non lo fanno. L'unica cosa che si può fare è mettersi in attesa e sperare di pescare qualcosa di buono, prima o poi.
E a proposito, fai pure tutte le domande che vuoi...
A proposito del numero di post: sono in un periodo parecchio creativo, per motivi inscrutabili anche a me stesso.
Tanto per dire, ho passato periodi di mesi, anche di anni, senza scrivere niente o quasi.
Non so quanto durerà: spero il più a lungo possibile.
consiglio per i film:
non riusciresti a farti regalare "pasquale il regalo ideale", ovvero sky gratis per tre mesi? natale è passato, ma l'offerta è ancora valida. a me l'ha regalato lo zio, e conviene a tutti e due (se ti interessa posso spiegartelo meglio, o puoi andare direttamente sul sito di sky, che magari è più chiaro). la cosa bella è che per questi tre mesi (prorogabili ma anche no) ti forniscono un decoder con una specie di registratore fichissimo incorporato, che tiene fino a 60 ore di registrazione e che può registrare più cose contemporaneamente. così non sei legato agli orari di programmazione e puoi vederti i film quando la bambina è a dormire. su sky passa di tutto, e qualcosa di buono si trova sempre. ieri pomeriggio ho visto "blade runner" (ogni tanto bisogna ritornarci), la sera "bianco e nero" (ambra e fabio volo: considerando le premesse non è male, poteva andare anche peggio) e "poveri ma belli"... dai, non è male!
per quanto riguarda le recensioni: una volta ne ho scritta una su un giovane cantautore di cui ovviamente censuro il nome. è talmente acida da farmi quasi vergognare, non ho mai avuto il coraggio di pubblicarla, nemmeno sotto mentite spoglie. magari una volta provo a fartela leggere, così mi dici se ho decisamente oltrepassato il limite o se è ancora accettabile. a mio parere qualsiasi recensione dovrebbe essere "accettabile". nella pratica però mi spaventa la reazione: ho paura di crearmi, se non dei nemici che magari è esagerato, per lo meno il vuoto attorno.
PS: scrivendo "saggio" non intendevo vecchio. il passaggio fortunatamente non è diretto: conosco tantissimi vecchi rincoglioniti:)
ho letto "la solitudine del recensore": mi sa che ho scritto la devastante supernova egolatrica. (sigh!) ma le supernove esistono solo quando si ha il potere di pubblicare o anche quando si scrive per sè stessi?
Ho paura che Sky diventerebbe "addictive", come dicono gli inglesi.
Io ho dovuto disinstallare vari programmi di p2p perché mi sono accorto che stavo scaricando centinaia di giga di film e musica che non avrei mai avuto il tempo di vedere o ascoltare (e che infatti non ho ancora visto né ascoltato).
Riguardo le recensioni.
"a mio parere qualsiasi recensione dovrebbe essere "accettabile". nella pratica però mi spaventa la reazione: ho paura di crearmi, se non dei nemici che magari è esagerato, per lo meno il vuoto attorno."
Credo che ogni recensione sia accettabile se è fatta in maniera responsabile, ossia avendo ben chiaro che cosa si vuole dire e perché lo si dice. Cercando, in altri termini, di non dire cose che poi non si possono difendere.
A quel punto, se affrontare o no il "rischio" di farsi nemici sta alla valutazione del singolo (se esprimere la tua opinione su quell'argomento è per te urgente e indispensabile, oppure no).
"ma le supernove esistono solo quando si ha il potere di pubblicare o anche quando si scrive per sè stessi?"
Quando scrivi per te stessa sei la tua unica lettrice e giudice, quindi puoi scrivere quel che ti pare.
Quano pubblichi, invece, hai la responsabilità di rendere pubbliche le tue opinioni.
Scrivendo per me, o chiacchierando con gli amici, posso anche dire che quel dato musicista mi fa cagare, ma se scrivo una recensione ho il dovere di prescindere, in una certa misura, dalle mie reazioni emotive, e di dare un giudizio ponderato.
Non si tratta di ipocrisia, solo di serietà professionale.
Come ho cercato di dire nel pezzo su Nazione Indiana, la stroncatura in certi contesti ci può anche stare, quel che non sopporto sono gli stroncatori di professione, gli stroncatori perché "io so' io e voi nun siete un cazzo".
A meno che non si ricada nella categoria del "critico impegnato", quello che conduce la sua battaglia culturale e quindi promuove o boccia in base alla sua linea di pensiero. Ma è una categoria nella quale io, personalmente, non mi riconosco affatto, e che mi sta anche un tantino sulle scatole.
mmm... mi sa che non sono portata per scrivere recensioni. la supernova l'ho scritta perchè ero arrabbiata con l'innobaile cantautore per il suo successo, a parer mio veramente fondato sul nulla del copia-incolla. credo riuscirei anche a difenderla, ma hai ragioni quando parli di responsabilità e ponderatezza. forse non sono le mie qualità migliori. di critica musica ammetto comunque di sapere poco, e sono contenta che tu abbia risposto alle mie domande, mi sembra (spero) di aver imparato qualcosa. mi interessa di più la critica letteraria, e in quest'ambito il mio mito rimane debenedetti. hai mai letto qualche suo saggio? in effetti ora che ci penso a scritto qualcosa anche su puccini...
debendetti promuove e stronca in base alla sua "linea di pensiero", e questo probabilmente potrebbe non piacerti... ma se non lo conosci ti consiglio ugualmente di leggere qualcosa di suo (il meglio a mio parere rimane "il romanzo del '900"), a me convince sempre.
"Orfeo non riporta nel mondo la viva Euridice, riporta vivo invece il racconto di come l’ha perduta, e la bellezza del proprio pianto. Il critico rifà il cammino di Orfeo, guidato da quel racconto e da quel pianto, e riconduce viva Euridice, per aiutare se stesso e gli uomini a capire perché sempre si rinnovino quella perdita, quel racconto, quel pianto, e valgano per tutti, e ciascuno vi ritrovi il proprio mito che ricomincia."
da Probabile autobiografia di una generazione (1949), G.D.
Di Debenedetti lessi qualcosa quando diedi l'esame di Storia della critica letteraria, ma onestamente non ricordo molto.
Però in quel caso la sua opera va inquadrata anche all'interno della sua epoca. E' un po' come De Sanctis: come opera critica ormai la sua Storia della letteratura italiana è quasi inutilizzabile, però rimane una lettura intellettualmente molto stimolante.
E poi, alla fine, quel che conta è l'onestà intellettuale con la quale una battaglia si conduce.
Ma dai, che coincidenza. Io ho aperto il mio blog l'8 agosto del 2007. A tempo festeggiamo il compleanno insieme.
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