È ora di lasciarvi, segni della terra,
Forme vane del mutevole pensiero,
Forme organizzate dai sogni:
Ho additato col canto il vostro scopo.
È ora di lasciarvi, poteri del mondo,
Magnolie del mattino, solenne tunica degli alberi,
Montagne eterne per peso e lontananza,
Uccelli dissonanti, sesso castigato,
Deserto territorio delle stelle;
Giovane morta che mi desti la vita,
Prore di galee nel cielo, demoni lucidi,
Lungo silenzio di losanghe gelide,
Pietre di rigore, penombre d'acqua,
Dei dall'inesauribile senso,
Baccanti che distruggete quello che vi donai;
È ora di lasciarvi, dolci affetti,
Magia degli eterni compagni,
Sotterranei del clavicembalo, velluti del clarinetto,
E voi, forze sgorgate dalla terra,
Mirabili belve di seta e cosce;
Chiaro riso di more, odore di papaveri cinerei,
Architetture del male, pozzi d'angoscia,
Modulazioni della nube, materie innumerevoli
Cresimate dalla bellezza:
Ho mostrato nel canto il vostro scopo.
È ora di lasciarvi, ombra di Euridice,
– Costellazione floscia della mia insonnia, –
Lira che placasti l'urlo dell'inferno,
È ora di lasciarvi, o golfo della luna,
Orchestrazione della terra, alcools del mondo,
Morte, prolisso testo dalle mille metafore
Che si legge dal dritto e dal rovescio,
Morte mia, bozzolo in cui abito dal principio;
È ora di esplodere, di abbandonare lo schema:
Compiendo l'antico rito
Ritorno al cielo originale,
Cielo orlato d'Euridice;
Uomo, cripto-vivente,
Sogno sognato dalla vana vita,
Cantando spiro.
(da “Parabola”, 1952 - trad. R. Jacobbi)
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