Franco Arminio, Cartoline dai morti, Nottetempo 2010 (137 pp., € 8)
Le ragioni per cui si acquista un libro sono quasi altrettanto misteriose di quelle per cui, al primo sguardo, ci si innamora di una persona.
Voglio dire, potrei fornire decine e decine di motivazioni razionali atte a spiegare perché mi innamorai di E., ma non arriverebbero mai e poi mai ad esaurire l'unico dato assolutamente incontrovertibile: che, in un certo preciso istante, del quale conservo una memoria completa e indelebile, posai gli occhi su di lei e non riuscii più a staccarli per tutta la durata della conferenza (di cui, ovviamente, non capii una parola).
Allo stesso modo, potrei dire che mi ha colpito il titolo di questo libro, o che mi ha attratto l'occhio la copertina giallo-canarino, o che il nome dell'autore l'avevo letto in giro per il web (qui, ad esempio), o che ho sfogliato le pagine e qualche frase qua e là mi è piaciuta, ma resta il fatto che, come mi capita quasi sempre, l'ho visto e pochi decimi di secondo dopo avevo già deciso di comprarlo.
L'idea che sta alla base di "Cartoline dai morti" è originale? No, probabilmente. Ma ditemi voi quale idea lo è.
Il libro consta di centoventotto brevissime prose; le più lunghe sfiorano la dozzina di righe, le più corte arrivano a cinque o sei parole. Tutte, comunque, arrivano dall'altra parte: dai morti. Morti che ripensano alla loro vita o, più spesso, al loro ultimo istante di vita ("Spoon River"? mah, sì e no).
Lo stile di Arminio è secco, fulminante, e allo stesso tempo insopportabilmente fisico e concreto. Quasi tutti questi morti ricordano particolari banali, progetti troncati, persone scialbe, ambienti squallidi. Nessuno sembra rimpiangere la vita, né tantomeno potere (o volere) spingere lo sguardo oltre la soglia della morte.
Se un libro è bello quando (o quanto) fa male, allora questo è un libro molto bello.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
mi hai messo una curiosità... oggi feltrinello e sbircio
alla fine l'ho preso e per il poco che ho letto fa male,come la morte.... come la vita
Posta un commento