venerdì 29 gennaio 2010

epigoni


Antonio Scurati sulla "Stampa" di ieri.

Salinger e il suo Holden appartengono a quella rara specie di animali volatili, aerei ed eterei, a quella rara genia di sublimi acrobati dell’inconsistenza che brilla per un istante di luce incerta tracciando una scia da cometa tossica. A noi, alle creature che rimangono a terra, passato l’istante, ci lasciano soli di fronte a un cielo se possibile ancora più vuoto. Detto altrimenti: non ho mai trovato molti motivi per appassionarmi al Giovane Holden ma ho, invece, avuto numerose occasioni di soffrirne gli eredi. Certo, l’epigonia è da tempo un problema universale, e non si può imputare agli archetipi i loro epigoni, ma con i maestri della levità il problema degli epigoni si fa particolarmente pesante.


Se penso che uno degli epigoni di Salinger è Alessandro Baricco, mi viene da dare tutte le santissime ragioni a Scurati...

4 commenti:

lillo ha detto...

già, anche a me :D

hhdk ha detto...

mentre commentava Salinger ieri in tv ho avuto il modo di apprezzare la profondità del suo pensiero..peccato abbia resistito solo fino alla metà della frase

sergio pasquandrea ha detto...

Mah, devo dire che come commentatore o divulgatore, soprattutto in TV, Baricco l'ho sempre apprezzato. Di sicuro sa come affascinare un uditorio.
E' come scrittore che proprio non lo sopporto: mi sembra una vescica piena d'aria. E anche molti suoi saggi mi sembrano più sbrilluccicanti in superficie, che non davvero profondi.
Però conosco persone, anche intelligenti e colte, che lo apprezzano.
Che dire? In fondo, il mondo è bello vario.

hhdk ha detto...

ho sentito parlare Baricco subito dopo un servizio che trovavo molto in "spirito" di Salinger. così come lo è, a mio modesto parere, Gabriele Romagnoli nell'articolo sulla "Repubblica" di ieri, 29 gennaio.