Ricordo solo che lessi una recensione, forse di Gianni Celati, forse su TuttoLibri della "Stampa", chissà. Comprai il libro e lo lasciai su uno scaffale. Poi traslocai e finì nel garage dove tengo la roba (libri, soprattutto) che in casa non entra o non mi serve. Lì rimase qualche anno, buono buono. Qualche settimana fa sono andato in garage a prendere qualcosa e Altrove ha cominciato a chiamarmi. L'ho portato a casa, l'ho lasciato un po' in giro e infine l'ho letto.
Uscito nel 1948, raccoglie tre resoconti di viaggi in paesi immaginari: Viaggio in Gran Garabagna (1936), Nel paese della Magia (1944) e Qui Poddema (1945-46). Come sempre in Michaux, non si tratta di opere unitarie, bensì di collezioni di frammenti, frequentemente ripresi e rielaborati, in costante metamorfosi di edizione in edizione.
Ne ho postato qualche esempio nei giorni scorsi (qui, qui e qui).
Se dovessi cercare un paragone, direi: Le città invisibili. Ma con molta meno sovrastruttura intellettuale e, allo stesso tempo, con meno tensione lirica. Lo stile scorre fluido, quasi impassibile, impennandosi ogni tanto in bizzarrie verbali o lasciando emergere una vena di innocente sadismo. L'io è abolito, popoli e paesi scorrono con i colori vividi e favolosi di un arazzo medievale o di una miniatura persiana.
Michaux (1899-1984) fu vicino ai surrealisti ma, privo del loro rigore dogmatico, non aderì mai al gruppo. Viaggiò parecchio, ma ai viaggi reali affiancò sempre quelli fantastici.
Così scriveva:
I miei paesi immaginari: delle specie di stati-tampone, per non soffrire della realtà... [...] Il paese straniero era un'occasione per provocare dei personaggi, ai quali demandavo tutta la faccenda, di gioire e di soffrire, delle persone e delle cose straniere e ostili. Loro stessi erano fatti in modo da fregarsene un pochino di tutto, e mettere tutto sottosopra.
2 commenti:
L'ho comprato proprio ieri, dopo una lunghissima ricerca in tutte le librerie e l'ordinazione dal magazzino. Ho preso anche "Le città invisibili" insieme ad altri 4 titoli di Italo Calvino.
Sempre ieri inizio, finalmente, "Le cosmicomiche" e trovo il mio (non)nome: sembra che quel libro mi sia servito da fonte d'ispirazione ma così non è, è un caso.
Tra Italo Calvino e quel matto di Michaux ritrovo le mie coordinate..e il piacere di lettura.
Grazie Sergej
Figurati. Piacere mio.
Buona lettura!
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