PRIMO TEMPO DI UN'AVVENTURA - 9
Tastando nell'armadio sotto il soprabito, sul gancio dell'omino
caldo, appeso in su, qualcosa... qualcuno, per i piedi,
penzoloni, scoperto identico, d'aspetto ancora umano,
tirato già dal fondo (la testa), precipite,
addosso, travolgente, in un groviglio indecifrabile,
di abiti, di corpi (due), vivi o morti (un rebus), col -
finalmente - suicida, senza traccia
alcuna di subita violenza. Apertegli le palbebre a fatica,
goffa, grottesca pantomima; nell'ansia (se suonano alla porta?), trascinato
a viva forza l'esanime corpo, resistente,
per il confronto. Sorrettolo, davanti allo specchio,
ancor peggio tremebondo, gocciante,
di fatica, sudore, per la gioia prorompente del confronto, infine,
risultato positivo!
* * *
LETTO
Qua sotto fiatiamo caldi
buone bestie tenere
buone bestie tenere
Oh come siamo dolci e inermi,
buoni e sospesi nell'oblìo del giorno,
nelle piume e nel poco
che ci protegge scarmigliati,
gli occhi socchiusi, e gli sguardi si sfiorano
in un tocco per sempre che ci fa comuni,
quaggiù depositati, stirandoci a grattarci
nel caldo inverno dei colori.
* * *
(da "Glenn")
"Caro", gli dicevo, mentre sedeva morbido sopra le mie ginocchia in poltrona. Lo guardavo con totale, legittima fierezza. Temevo per quegli ossicini dalle mie manone; gli occhi a mandorla, la pelle candida, le rare efelidi. Lo carezzavo... "caro"... sui capelli lisci. A tavola era immobile sui gomiti. Odiava i fondi rossi di bicchiere, il succo appiccicoso delle arance nelle mani. Gina fingeva di ignorarlo. Odiava le scintille che sprizzavano. Guardava con mansueta reverenza gli operai.
(nell'immagine: un disegno di Simonetta Martini)
2 commenti:
quei due hanno mangiato mio cugino !
Cucchi non è un genio, ma è certamente il poeta più geniale che abbiamo in Italia in questo momento. Mi stupisco di come sia possibile - in realtà non c'è proprio da stupirsi - che nel Nostro paese non venga celebrato o perlomeno rimanga ad appannaggio di pochi, buoni, fortunati lettori, ma ahimè il fatto rimane: troppo pochi. Sarà il tempo a dirlo, a parte ciò quando si sente di Benigni o Dacia Maraini o ancora Bob Dylan candidabili per il Nobel (lasciamo perdere Dario Fo che pure l'ha ricevuto)per la letteratura mi chiedo come si possa non considerare uno che col solo Il Disperso, libretto d'esordio appena trentenne, darebbe a tutti quanti la paga. Per non parlare degli altri suoi libri di poesie stupendi.
Posta un commento