venerdì 27 marzo 2009

"T.S."


I

Ognuno di voi avrà sentito
il morbido sonno, il vortice dolcissimo
che si adagia sul letto
e poi l'albero, la scorza, l'alga
gli occhi non resistono
e i flaconi non sono più minacciosi
nella luce chiaroscura del pomeriggio
mentre mille animali
circondano la lettiga, frenano gli infermieri
il disastro del respiro sempre più assopito
nei vetri zigrinati
dell'autombulanza, appare
il davanzale di un piano, il tempo
che sprigiona i vivi
e li fa correre con la corrente nelle pupille,
l'attimo dell'offerta, per scintillarle.
E improvvisa, la quiete
della vigna e del pozzo, con la pietra levigata
dividendo la carne
una calma sprofondata dentro il grano
mentre la donna sul prato partorisce
sempre più lentamente,
finché il figlio ritorna nella fecondazione
e prima ancora, nel bacio e nel chiarore
di una camera, il grande specchio,
il desiderio che nasce, il gesto.

II

E poi avrete sentito, almeno una volta
quando il liquido, delicatissimo,
esce dalla bocca, scorre giallo nel lavandino
e la sonda e le sirene sempre più lontane.
Il respiro si affanna, finisce, riprende
quanta pace nella spiaggia gelata dal temporale:
una canoa va verso l'isola corallina
e sotto l'oceano si accoppiano le cellule sessuali
non ci sono eventi irreparabili
ma solo le spugne cicliche,
gli insetti che hanno coperto l'aria:
ecco un colore di madreperla, una roccia nella sabbia,
l'accappatoio che toglie con un solo gesto
solennità della luce, la meraviglia, la prima
e la femmina del pellicano
chiama la nidiata sparsa nella tempesta
e forse vede qualcosa, tra gli scogli,
qualcosa che si muove
domani correrà con i suoi bambini
mescolata, per respirare
nel turchese profondo della marea
che sale in superficie, sta rinascendo adesso
e trova una terra diversa, un'altra voce.
Milo De Angelis

14 commenti:

trasformista ha detto...

"Quando non sai che cos'è, allora è poesia di Milo De Angelis"
ossia quei versi sono la pittura astratta. sbaglio ? sono tutto ascolto

sergio pasquandrea ha detto...

Sbagli: sono versi che hanno un soggetto ben preciso e lo svolgono in maniera molto rigorosa, dal punto di vista formale e tematico, sebbene l'insieme possa sembrare visionario e astratto.
La cosa che mi affascina, della poesia di De Angelis, è proprio questa: sebbene possa sembrare un poeta criptico, ermetico, è in realtà estremamente realistico e sempre attentissimo alla coerenza e alla coesione.
Lo sto leggendo in questo periodo e posterò altro nei prossimi giorni.

sergio pasquandrea ha detto...

Ti do un'indizio: "T.S." sta per "tentato suicidio".

trasformista ha detto...

interessantissimo ! lo rileggerò..

comunque anche la pittura astratta ha spesso tutto quel contenuto..l'ho tirata fuori per questo motivo.
torno a rileggere

lillo ha detto...

in effetti non è così facile (a prima vista) scrogervi tracce di suicidio fra questi versi, molto belli, però l'attinenza con la pittura c'è, con quella simbolista però...

sai lo strano delle cose, sergio? ho conosciuto da poco la babysitter di de angelis... hanno ragione i maestri zen, è come se la vita si muovesse secondo cerchi d'acqua, che si allargano da ognuno quando il nostro sasso viene lanciato nello stagno e poi s'intersecano e vibrano l'uno nell'altro, arricchendo il loro movimento e contemporaneamente rimanendo un cerchio unico...

trasformista ha detto...

quel parto alla rovescia è bellissimo

sergio pasquandrea ha detto...

Io, in questi versi, più che un paragone con la pittura ce lo vedo con il cinema.
Entrambe le strofe iniziano con un stacco su dettagli che richiamano al suicidio (i flaconi, la lettiga, i vetri dell'ambulanza, i liquido che cola nella sonda...) per poi aprire verso immagini di vita di rinascita.
Nella prima strofa c'è quella sequenza straordinaria del parto alla rovescia, che torna alla stanza, al letto, al gesto iniziale; nella seconda ci sono quegli splendidi versi sull'isola, le cellule che si accoppiano, il pellicano con i piccoli, la marea che sale...
Il tutto realizzato in modo tecnicamente superbo, perfetto, senza una sbavatura.

sergio pasquandrea ha detto...

Ecco, quello che secondo me distingue De Angelis dai suoi tanti epigoni neo-orfici in stile "parola innamorata" è che in lui, nonostante lo stile scorciato, il salto dei nessi discorsivi immediati, l'accostamento violento di immagini contrastanti, c'è sempre dietro una forte traccia realistica, un ancoraggio al reale.
La sfida è di ricostruire i pezzi mancanti, trovare i nessi di un discorso che De Angelis ci presenta solo per frammenti.

straniero trasformista ha detto...

come viene definito questo tipo di poesia ? immagino le abbiano dato un nome...c'è sempre qualcuno che da un nome a qualcosa,cataloga, qualifica, ordina..malgrado sia poesia pittura sogno..
(ogni tanto la rileggo, scopro qualcosa)

Anonimo ha detto...

una signora anziana, minuta, al centro di un'enorme (ex) chiesa leggeva le sue poesie, una bellissima ragazza le recitava in italiano, da uno schermo Woody Allen ha raccontato come Wislawa Szymborska era diventata la sua autrice preferita, qualcuno del pubblico a preso voce a nome di tutti. era Umberto Eco, ha letto un'altra poesia. dopo quell'incontro sono rimasto a lungo seduto a guardare la folla, mentre lei firmava. non so cosa pensavo ma il titolo era "almeno loro".

tu la conosci? che ne pensi ?

Anonimo ha detto...

è un premio Nobel!

Anonimo ha detto...

chi è l'autore del quadro ?

sergio pasquandrea ha detto...

La Szymborska la conosco solo di fama, non ho mai letto niente di suo.
Il quadro è di Franz Marc-.

eustaki ha detto...

bella poesia con qualche caduta. l'atmosfera rimanda a certe cose della plath (suicidio, flaconi, ambulanza, infermieri, vetri.. tutti termini un po' troppo insistiti attinenti allo stesso campo semantico). interessante l'alternanza con l'altra area tematica, quella dell'assopimento / perdita di coscienza che poi è acquisizione di altro tipo di coscienza, estraniante, a partire da quel verso 4 forse poco spontaneo..
poco felice l'immagine della partoriente mentre riuscito è il rewind, molto cinematografico, del finale di prima parte. mi fermo qui