martedì 17 marzo 2009

listen to the silence - postilla




Tanto per avere un termine di confronto. E' un signore manco tanto anziano, e non porta né canottiera né mutandoni.
Domanda: è diverso dal precedente? E se sì, perché?

P.S.: voglio proprio rovinarmi. Ne posto un altro. Guardate che cosa fa questo tizio da 3'32" a 4'37".

6 commenti:

ghzk ha detto...

certo che è diverso. questa gente E' musica. in particolare mi ha fatto emozionare Cecil Taylor, il primo pezzo.
le stravaganze fanno parte di sua arte.
anche quelle passeggiate attorno al pianoforte (terzo filmato) sono "loro". tutto è molto vissuto e non solo recitato come nel caso della ragazza che alla fine fa pure un'inchino.. e per tutta la durata del filmato mi domando se il pianoforte lo sa suonare oppure no.

Anonimo ha detto...

dai ha ragione trasformista, sergio, non c'è paragone, dalle performance di taylor trasuda un'energia vitale che la ragazza se la sogna (e grazie a dio, dico io, e in barba a tutti quelli che pensano, in era di massificazione mediatica, che chiunque può fare arte, basta agitarsi un pò sul palco!) e comunque la musica, o il fatto sonoro se vuoi, resta sempre in primo piano, mentre per la ragazza questa cosa non è poi così scontata... poi, per quello che ti dicevo ieri, mi pare che ci sia anche un'equilibrio estetico, una misura dietro la performance di taylor, di certo non era semplice rumore, per cui le sue performance rimarranno, secondo me, quella della ragazza no, perchè per quanto fosse elegante non trasmetteva niente in termini comunicativi e credo che questo possa sentirlo chiunque a pelle, indipendentemente dalla preparazione accademica o no...

di monk nemmeno parlo perchè ritengo che sia al di sopra di qualsiasi possibile discussione...

sergio pasquandrea ha detto...

Trasformista, Lillo: entrambi avete colto esattamente il punto di ciò che volevo dire.
Concordo con tutto quello che avete scritto.
In particolare sul fatto che, nel jazz, SEI quel che suoni. E se *non* sei, *non* suoni: non si scappa.

sergio pasquandrea ha detto...

E' per questo che, nel post di ieri, l'ultima domanda era "se io facessi le stesse cose, ma improvvisando e senza uno spartito, cambierebbe qualcosa, e cosa?".
Nel jazz non puoi nasconderti dietro lo spartito.

ghzk ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

sorry se ogni tanto cancello i miei commenti ma le lezioni d'italiano all'università per stranieri mi sembravano noiose..e si vede