Gipi (Gianni Pacinotti), “La mia vita disegnata male”, Fusi Orari/Coconino Press, 2008
“...ero ancora (quasi) un adolescente. La forma di vita più inutile e malvagia che si possa immaginare, se si esclude un gremlin bagnato”.
Lo sappiamo tutti che l'adolescenza è uno schifo. E sappiamo tutti che poi quello schifo ci sembra un paradiso. E la terza cosa che sappiamo tutti è che chi cerca di raccontare quello schifo nove volte su dieci produce uno schifo anche peggiore.
Questa, secondo me, è la ragione principale per cui Gipi è un genio.
Perché in questo “romanzo disegnato” riesce a raccontare un'adolescenza (e che adolescenza: droghe, autolesionismo, ribellioni senza causa, periferie, amici fatti dondolare sui falò e poi lasciati cadere dentro senza un perché, tentativi di suicidio finiti in lanci di bouquet, dieci giorni in galera), mescolandola con deliri, sedute psicoanalitiche, sogni, traumi infantili, orsi che dicono “cazzo”, tentati sturpi, problemi di erezione, visite mediche, storie di pirati, producendo alla fine un'opera di pura poesia.
E se dico “poesia”, la parola non esclude affatto la comicità. Anzi, LMVDM è un libro in cui si ride spesso, e di gusto, anzi, si ride proprio dove il racconto sembrerebbe più tragico (del resto, lo dice lui stesso: “delle tragedie si dovrebbe ridere sempre”).
Gipi si racconta senza il minimo pudore, con toscana, puntuta brutalità.
Disegna “male”, probabilmente, eppure conosco fior di disegnatori che darebbero un braccio per “disegnare male” così, con quel tratto aggrovigliato, nervoso, che a volte diventa leggero come una brezza a volte sembra voler incidere il foglio fino a lacerarlo. I suoi panorami di periferia sono tra le cose più struggenti che mi sia mai capitato di vedere, e i suoi acquerelli sono semplicemente magistrali. I suoi volti, poi, e i suoi corpi: pigri, pieni di spunzoni e di parti molli.
Per inciso, il suo “Appunti per una storia di guerra”, uscito per Rizzoli un paio d'anni fa, è uno dei più bei romanzi italiani di questo decennio che sta per finire.
A proposito, Gipi sta diventando famoso. Negli Stati Uniti l'hanno osannato come “uno dei più grandi autori europei di graphic novels”. È andato persino in TV, e con la sua spigolosa simpatia pisana ha fatto un figurone. Ma non si prostituirà mai al successo, è troppo dolorosamente onesto.
L'ho già detto che è un genio?
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