mercoledì 26 novembre 2008

grooming



Fino ai quindici anni mia madre mi ha lavato i capelli.

Da piccolo, mi alzavo in punta di piedi davanti alla grande vasca della lavanderia, mi aggrappavo al bordo freddo e sporgevo la testa su quel biancore segnato da strisce gialle di calcare, con la faccia verso il basso, gli occhi serrati per non farci entrare lo shampoo. Una volta cresciuto, mi sedevo di spalle alla vasca da bagno e rovesciavo la testa all'indietro, con la faccia verso il soffitto, l'asciugamano ben rimboccato nel colletto della camicia. L'odore dello shampoo e il calore dell'acqua, che lei voleva sempre bollente, mi stordivano, e la sensazione continuava con il getto d'aria calda del phon e con il suo ronzio sciamanico, che in breve tempo mi facevano precipitare in un beato, letargico torpore.

Per anni ho continuato a protestare perché lo shampoo mi bruciava gli occhi, perché l'acqua mi ustionava e perché le sue unghie, nello sforzo di rimuovere qualsiasi particella di sporco, mi incidevano lo scalpo.

Poi, di punto in bianco, ho cominciato a lavarmi i capelli da solo. Quando lei mi ha chiesto se volevo che me li lavasse, le ho risposto con noncuranza che l'avevo già fatto. Non l'ho guardata. Sono sicuro che la fine di quel rituale di accudimento infantile deve averla ferita profondamente.

Ma i figli non hanno tempo per le ferite dei genitori, davanti a loro c'è tutta una vita da vivere e hanno il diritto di essere egoisti.

2 commenti:

Liberty Alex ha detto...

sergej,complimenti davvero,stavolta hai superato te stesso.....sarà perchè per la mia età sono più vicino alle cose di cui parlo,ma apprezzo molto i discorsi di questo genere.....cercherò di essere breve stavolta(ma spero che la mia lunghezza,quando c'è,non sia mai gratuita).....

a me i capelli li lavva mio padre,fino a un paio di anni fa.....anch'io ho sempre avuto paura dello shampoo,temevo per i miei occhi,difatti alla fine dell'operazione correvo sempre in fretta all'asciugamano per poterlo fregare sugli occhi,quello era per me il sollievo dopo la tortura.....

ancora oggi ho spesso l'impressione di trascurare un po' i miei.....spesso(anzi sempre)ci sono poche occasioni per discutere,e anche quelle io tendo a non sfruttarle appieno.....a vote penso che l'unica cosa VERA che i miei sanno di me è che leggo fumetti e disegno.....ma spesso anch'io vorrei che loro dicessero qualcosa per quello che faccio,una buona parola per un disegno,ad esempio,ma non accade mai.....ah,a volte costa molto fare il primo passo!....

sergio pasquandrea ha detto...

Io pensavo a mia figlia, che ora ha un anno e mezzo, a come adesso dipende in tutto e per tutto da me e dalla mamma e a come poco a poco si staccherà da noi, prenderà la sua strada, e verranno meno i piccoli riti come il bagnetto, il cambio dei pannolini, il doverla imboccare, vestire, pettinare, l'averla sempre vicina...
Saranno tutte piccole ferite, ma anche lei dovrà avere il diritto di essere egoista.