- Su te, vergine adolescente,
- sta come un'ombra sacra.
- Nulla è più misterioso
- e adorabile e proprio
- della tua carne spogliata.
- Ma ti recludi nell'attenta veste
- e abiti lontano
- con la tua grazia
- dove non sai chi ti raggiungerà.
- Certo non io. Se ti veggo passare
- a tanta regale distanza,
- con la chioma sciolta
- e tutta la persona astata,
- la vertigine mi si porta via.
- Sei l'imporosa e liscia creatura
- cui preme nel suo respiro
- l'oscuro gaudio della carne che appena
- sopporta la sua pienezza.
- Nel sangue, che ha diffusioni
- di fiamma sulla tua faccia,
- il cosmo fa le sue risa
- come nell'occhio nero della rondine.
- La tua pupilla è bruciata
- dal sole che dentro vi sta.
- La tua bocca è serrata.
- Non sanno le mani tue bianche
- il sudore umiliante dei contatti.
- E penso come il tuo corpo
- difficoltoso e vago
- fa disperare l'amore
- nel cuor dell'uomo!
- Pure qualcuno ti disfiorerà,
- bocca di sorgiva.
- Qualcuno che non lo saprà,
- un pescatore di spugne,
- avrà questa perla rara.
- Gli sarà grazia e fortuna
- il non averti cercata
- e non sapere chi sei
- e non poterti godere
- con la sottile coscienza
- che offende il geloso Iddio.
- Oh sì, l'animale sarà
- abbastanza ignaro
- per non morire prima di toccarti.
- E tutto è così.
- Tu anche non sai chi sei.
- E prendere ti lascerai,
- ma per vedere come il gioco è fatto,
- per ridere un poco insieme.
- Come fiamma si perde nella luce,
- al tocco della realtà
- i misteri che tu prometti
- si disciolgono in nulla.
- Inconsumata passerà
- tanta gioia!
- Tu ti darai, tu ti perderai,
- per il capriccio che non indovina
- mai, col primo che ti piacerà.
- Ama il tempo lo scherzo
- che lo seconda,
- non il cauto volere che indugia.
- Così la fanciullezza
- fa ruzzolare il mondo
- e il saggio non è che un fanciullo
- che si duole di essere cresciuto.
- (Vincenzo Cardarelli)
martedì 27 settembre 2016
adolescente
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