Monk, per esempio, a un certo punto ha detto semplicemente: basta.
Lo capisco, in fondo. Dopo una vita passata a triangolare il limite
un millimetro prima del collasso, a dire “bianco”, “nero”,
“gatto” e “passami il sale” poi non c'è più gusto. Già dev'essere stato
faticoso guidare per tanto tempo quel corpo così inadatto alle
topografie della vita quotidiana: spigoli, porte, maniglie, cravatte,
dichiarazioni dei redditi.
Per quel che posso intuire, Thelonious
deve aver trovato l'ultima soluzione, nascosta sotto uno di quegli
ottantotto tasti. Uno su cui era passato tante volte, senza mai vederla.
Dev'essere stata una cosa semplice, limpida, abbagliante, come sono
tutte le verità definitive. E poi, giustamente, ha dichiarato chiusi i
giochi.
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