sabato 28 novembre 2015

recensioni: "Nerosubianco"

Giorgio Rimondi, Nerosubianco. Fenomenologia dell'immaginario jazzistico, Arcana Jazz, 2015 (144 pp., € 16,50)

Il jazz è una miniera di storie. Ed è anche una musica che ha sempre avuto uno stretto rapporto con l'immagine, quella fotografica in particolare.
Giorgio Rimondi, in questo libro, incrocia le due dimensioni: partendo da dieci fotografie, racconta delle storie. Storie vere, ovviamente, perché si tratta di un libro di saggistica non di narrativa (di narrativa e di poesia jazz, comunque, Rimondi si è già occupato in passato); ma chi scrive è sempre stato convinto che la miglior saggistica deve potersi leggere come si legge la narrativa. Deve avere una storia da raccontare.
Le immagini di partenza sono le più varie: l'unico ritratto noto dell'orchestra di Buddy Bolden, le celebri foto scattate da J.E.J. Bellocq alle prostitute che lavoravano nei bordelli di New Orleans, un fotomontaggio della triestina Wanda Wulz (pioniera italiana della fotografia), Cole Porter in vacanza a Venezia, Frank Sinatra in jam session con Nat King Cole, un malinconico Billy Strayhorn a colloquio con un pesce rosso, Jack Kerouac e la sua macchina da scrivere, Thelonious Monk addormentato, un tenero Miles Davis adolescente, Ornette Coleman al lavoro con la band nel suo loft newyorkese. Sono le occasioni per lanciare sul jazz sguardi obliqui e affascinanti.
Fatemi finire con una noterella personale: considero questo libro la bella copia – ossia: la versione riuscita – di ciò che ho tentato di fare io con il mio Volevo essere Bill Evans. E quindi leggerlo mi ha provocato un piacere misto all'invidia.

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