24 luglio 2015
Una gazza, nella luce mattutina, si bagna le piume nella piccola pozza d'acqua accumulata sulla sommità di un piloncino in plastica.
Una cavalletta sul finestrino; quasi trasparente, le lunghissime antenne perpendicolari al corpo; quando il treno parte, si gira di novanta gradi per disporsi nella direzione di marcia e rimane lì, ostinatamente aggrappata con le zampette spinate alla superficie liscia. Chissà mai perché.
Tre ragazzi e una ragazza, sulla pensilina, aspettano il regionale (soppresso per sciopero) e intanto giocano a calcio, scalzi, con una pallina da tennis trovata lì per lì, avventurandosi in recuperi suicidi sotto i treni in sosta.
Un treno con l'aria condizionata a manetta e un odore di canna che ristagna sul predellino.
Il cartello della stazione di Casarsa.
Gli occhi verdi di una donna vestita di rosso, seduta di fronte a me per mezz'ora.
Il greto bianco del Tagliamento: una pietraia bianca interrotta da macchie di alberi grigi, tramata da magri rivoli d'acqua verde.
Incroci di rondini fuori dalla finestra, mente il sole tramonta sul fondovalle.
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appunti da poeta
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