"Un punto solo m'è maggior letargo / Che venticinque secoli alla 'mpresa / Che fè Nettuno ammirar l'ombra d'Argo... Sapete chi o che cosa è Argo?"
"Il can de Betto, 'l mi vicin de casa!"
* * *
"Secondo il mito, alla spedizione degli Argonauti parteciparono i più famosi eroi di quell'epoca..."
"Ah, prof, un po' come gli Avengers!"
* * *
"Prof, io ho portato la giustificazione, ma ho un problema..."
"Dimmi."
"Non mi ricordo che giorno è oggi."
giovedì 30 aprile 2015
domenica 26 aprile 2015
qualcosa di leggero
“qui è il delirio più totale
e davvero non so come fare...”
(22/04/2015, ore 21:38)
È tutto un delirio
e dico proprio: tutto.
È l'asse del mondo che pencola
fuori dai cardini
è questa primavera che mi lascia fredde
le ossa questo sonno che mi acceca
questo sentirmi in fondo alle dita
le tue guance.
Oggi mi è sembrato di vederti
eri qualcosa di leggero
fra me e la luce
non potevo toccarti lo so
ma sono sicuro che eri lì.
venerdì 24 aprile 2015
ècchime!
Dunque:
- ho detto circa 86 volte "se vogliamo" e "la cosa interessante";
- continuavo a tenere le mani tra la bocca e il microfono;
- mi sono scappate, in the spur of the moment, un po' di imprecisioni e di lapsus;
- ho espresso un giudizio su Lady Gaga per cui rischio il linciaggio...
...comunque, questa è l'intervista.
(Se non funzionasse il link incorporato, questo è il link diretto).
- ho detto circa 86 volte "se vogliamo" e "la cosa interessante";
- continuavo a tenere le mani tra la bocca e il microfono;
- mi sono scappate, in the spur of the moment, un po' di imprecisioni e di lapsus;
- ho espresso un giudizio su Lady Gaga per cui rischio il linciaggio...
...comunque, questa è l'intervista.
(Se non funzionasse il link incorporato, questo è il link diretto).
pronomi
«Bel modo di curarsi!… a dire: io non ho nulla. Io non ho mai avuto bisogno di nessuno!… io, più i dottori stanno alla larga, e meglio mi sento… Io mi riguardo da me, che son sicura di non sbagliare… Io, io, io!».
E di nuovo si lasciava prendere da un’idea, e levò la voce, rabbiosamente: «Ah! il mondo delle idee! che bel mondo!… ah! l’io, io tra i mandorli in fiore… poi tra le pere, e le Battistine, e il Giuseppe!… l’io, l’io!… Il più lurido di tutti i pronomi!…».
Il dottore sorrise della sfuriata, non capì. Colse tuttavia il destro di volgere un po’ al sereno le parole, se non l’umore e i pensieri.
«… E perché diavolo? Che le hanno fatto di male, i pronomi? Quando uno pensa un qualchecosa deve pur dire: io penso… penso che il sole ci passeggia sulla cucùrbita, da destra a sinistra…». (Nel Sud-America, difatti, e nella Canzone di Legnano).
«… I think; già: but I’m ill of thinking…» mormorò il figlio. «… I pronomi! Sono i pidocchi del pensiero. Quando il pensiero ha i pidocchi, si gratta, come tutti quelli che hanno i pidocchi… e nelle unghie, allora… ci ritrova i pronomi: i pronomi di persona…».
Il dottore sbuzzò a ridere suo malgrado, con metà della bocca: con la guancia di sinistra. Come, anche non volerlo, d’un bimbo si finisce a sorridere: quando nel più infernale de’ suoi capricci, nel delirare dalla rabbia, nel pestare i piedi, tra perle di lacrime e strilli fino alle stelle, rugge «va’ via, butto!» a tutti quanti lo vorrebbero calmare con una carezza: e mette in allegria tutti quanti.
L’aforisma, decifrarlo, macché, nemmeno ci pensò: un problema di scacchi, e maggiore delle sue forze.
[...] Ma già i pidocchi, i pronomi pidocchi, anche questa gli toccava di sentire! lui che per dire «mia moglie» diceva «la mia signora»: in castigliano beninteso: mi señora.
«… Il solo fatto che noi seguitiamo a proclamare… io, tu… con le nostre bocche screanzate… con la nostra avarizia di stitici predestinati alla putrescenza… io, tu… questo solo fatto… io, tu… denuncia la bassezza della comune dialettica… e ne certifica della nostra impotenza a predicar nulla di nulla,… dacché ignoriamo… il soggetto di ogni proposizione possibile…».
«… Quale sarebbe?…».
«… è inutile ch’io lo nòmini invano…».
E di nuovo si lasciava prendere da un’idea, e levò la voce, rabbiosamente: «Ah! il mondo delle idee! che bel mondo!… ah! l’io, io tra i mandorli in fiore… poi tra le pere, e le Battistine, e il Giuseppe!… l’io, l’io!… Il più lurido di tutti i pronomi!…».
Il dottore sorrise della sfuriata, non capì. Colse tuttavia il destro di volgere un po’ al sereno le parole, se non l’umore e i pensieri.
«… E perché diavolo? Che le hanno fatto di male, i pronomi? Quando uno pensa un qualchecosa deve pur dire: io penso… penso che il sole ci passeggia sulla cucùrbita, da destra a sinistra…». (Nel Sud-America, difatti, e nella Canzone di Legnano).
«… I think; già: but I’m ill of thinking…» mormorò il figlio. «… I pronomi! Sono i pidocchi del pensiero. Quando il pensiero ha i pidocchi, si gratta, come tutti quelli che hanno i pidocchi… e nelle unghie, allora… ci ritrova i pronomi: i pronomi di persona…».
Il dottore sbuzzò a ridere suo malgrado, con metà della bocca: con la guancia di sinistra. Come, anche non volerlo, d’un bimbo si finisce a sorridere: quando nel più infernale de’ suoi capricci, nel delirare dalla rabbia, nel pestare i piedi, tra perle di lacrime e strilli fino alle stelle, rugge «va’ via, butto!» a tutti quanti lo vorrebbero calmare con una carezza: e mette in allegria tutti quanti.
L’aforisma, decifrarlo, macché, nemmeno ci pensò: un problema di scacchi, e maggiore delle sue forze.
[...] Ma già i pidocchi, i pronomi pidocchi, anche questa gli toccava di sentire! lui che per dire «mia moglie» diceva «la mia signora»: in castigliano beninteso: mi señora.
«… Il solo fatto che noi seguitiamo a proclamare… io, tu… con le nostre bocche screanzate… con la nostra avarizia di stitici predestinati alla putrescenza… io, tu… questo solo fatto… io, tu… denuncia la bassezza della comune dialettica… e ne certifica della nostra impotenza a predicar nulla di nulla,… dacché ignoriamo… il soggetto di ogni proposizione possibile…».
«… Quale sarebbe?…».
«… è inutile ch’io lo nòmini invano…».
(C.E. Gadda, "La cognizione del dolore")
mercoledì 22 aprile 2015
l'ultimo giro
Sono arrivato al punto
che non ho bisogno di scrivere
e quindi posso farlo
(o non farlo)
in piena tranquillità:
è stato bello aver pensato dei versi
e altrettanto bello cassarli.
Dev'essere così
che ci si sente quando
tutto accade per l'ultima volta
quando i bagagli sono fuori casa
e si dà l'ultimo giro di chiave.
che non ho bisogno di scrivere
e quindi posso farlo
(o non farlo)
in piena tranquillità:
è stato bello aver pensato dei versi
e altrettanto bello cassarli.
Dev'essere così
che ci si sente quando
tutto accade per l'ultima volta
quando i bagagli sono fuori casa
e si dà l'ultimo giro di chiave.
I Will Be Televised
Nei lontani anni Novanta, quando studiavo pianoforte, arrivò nella scuola di musica la troupe di non so quale TV, accompagnata da un pupazzo simil-Gabibbo. Stavano girando un servizio su Perugia e volevano registrare un po' di jazz.
Finì che registrarono me che, insieme a un paio di bravi musicisti, suonavo Bag's Groove. Non ho mai visto la messa in onda, che spero sia andata pietosamente smarrita nei meandri dell'etere.
Nel lontano ma non troppo 2007, il valente Stefano Mezzanotte mi coinvolse in una trasmissione su Umbria Jazz, che rimane tuttora (per colpa dei casi e anche un po' mia) la mia unica esperienza da conduttore televisivo.
Se qualcuno è interessato, la registrazione è disponibile qui.
Un annetto fa, io e il mio compagno di merende Antonio Lillo fummo intervistati da una TV pugliese in occasione della presentazione del mio ultimo libro di poesie, stampato da Pietre Vive.
Tutta 'sta tiritera per dire che mi hanno intervista per Rete Sole Umbria. Si è parlato di jazz, e in particolare del mio libro sul pianoforte. E anche del Jazzit Fest, fra varie altre cosine.
Il programma andrà in onda domani, giovedì 23 aprile, alle 23.10, poi in replica venerdì 24 alle 18.20 e giovedì 30 alle 11.50.
Rete Sole si prende in Umbria e in Lazio sul canale 13 del digitale terrestre; per i nordici e i meridionali, in seguito il video sarà messo anche su YouTube.
Finì che registrarono me che, insieme a un paio di bravi musicisti, suonavo Bag's Groove. Non ho mai visto la messa in onda, che spero sia andata pietosamente smarrita nei meandri dell'etere.
Nel lontano ma non troppo 2007, il valente Stefano Mezzanotte mi coinvolse in una trasmissione su Umbria Jazz, che rimane tuttora (per colpa dei casi e anche un po' mia) la mia unica esperienza da conduttore televisivo.
Se qualcuno è interessato, la registrazione è disponibile qui.
Un annetto fa, io e il mio compagno di merende Antonio Lillo fummo intervistati da una TV pugliese in occasione della presentazione del mio ultimo libro di poesie, stampato da Pietre Vive.
Tutta 'sta tiritera per dire che mi hanno intervista per Rete Sole Umbria. Si è parlato di jazz, e in particolare del mio libro sul pianoforte. E anche del Jazzit Fest, fra varie altre cosine.
Il programma andrà in onda domani, giovedì 23 aprile, alle 23.10, poi in replica venerdì 24 alle 18.20 e giovedì 30 alle 11.50.
Rete Sole si prende in Umbria e in Lazio sul canale 13 del digitale terrestre; per i nordici e i meridionali, in seguito il video sarà messo anche su YouTube.
giovedì 16 aprile 2015
cronache scolastiche: cose
- Allora, ragazzi, cominciamo a fare un po' di ripasso. Qual è la prima opera di Foscolo che abbiamo letto?
- ...
- Su, dai. L'unico romanzo che scrisse.
- Ah, sì, prof, me ricordo... La lettera de Coso!
- ...
- Su, dai. L'unico romanzo che scrisse.
- Ah, sì, prof, me ricordo... La lettera de Coso!
mercoledì 15 aprile 2015
domenica 12 aprile 2015
è passata la cicogna
(Il libro dovrebbe già essere in libreria e sui principali siti di vendita online.
Qui una presentazione.)
Qui una presentazione.)
mercoledì 8 aprile 2015
voi che per gli occhi
Voi che per gli occhi mi passaste il core...
(Guido Cavalcanti)
(Guido Cavalcanti)
Valeva la pena vi dico
perla rubino giaietto
li conoscevo come voi
carta morta di poeti
poi la lama
il lampo l'abbaglio
ho dovuto chiuderli gli occhi
è stato un attimo
ma valeva la pena vi dico.
(nell'immagine: Cristofano Allori, Giuditta e Oloferne)
martedì 7 aprile 2015
consigli di lettura
Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina
(Giovanni 5, 7)
ho soltanto visto l’angelo afferrare
la mano del più forte e trascinare
in fondo al fiume l’immobile potenza
del mio dio
rannicchiato dietro l’angolo del tempio
la sera quando i ciechi dormivano
e sugli stracci versavano la fame
strisciavo solo sulla terra dei dispersi
come l’aria sopra l’acqua di un dolore
trentotto gli anni scivolati dalle gambe
ho inciso i miei giorni sotto i portici
nascondendo nel vuoto delle ossa
l’indifferenza del mio dio
ma un mattino il sole si è levato dalle mani
e ho visto la paglia infuocarsi nell’aurora
non è stato un angelo a passare quella porta
ma un uomo con il volto scheggiato dall’amore
Laura Corraducci
da Il Canto di Cecilia e altre poesie
(in uscita per Raffaelli Editore, 2015)
leggi altri testi qui
sabato 4 aprile 2015
venerdì 3 aprile 2015
cronache familiari: conosci te stesso
"Lorenzo, perché ridi? Perché sei rimasto con le mutandine?"
"Rido di me stesso."
"Rido di me stesso."
giovedì 2 aprile 2015
cronache familiari: salvo in zona Cesarini
"Lorenzo, ti è mancata la mamma?"
"No."
"Ah, grazie..."
"Ma no!! E' pecché io ti penso semple!"
"No."
"Ah, grazie..."
"Ma no!! E' pecché io ti penso semple!"
mercoledì 1 aprile 2015
scattered self
I like the smile on your fingertips...
(Bob Dylan)
Sarebbe bello (penso certe volte)
non essere così interi
potersi disseminare
immagina per esempio
cedere in pegno
una briciola di sé
accarezzandoti potrei
lasciarti sulle guance
una promessa di sorriso
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