Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina
(Giovanni 5, 7)
ho soltanto visto l’angelo afferrare
la mano del più forte e trascinare
in fondo al fiume l’immobile potenza
del mio dio
rannicchiato dietro l’angolo del tempio
la sera quando i ciechi dormivano
e sugli stracci versavano la fame
strisciavo solo sulla terra dei dispersi
come l’aria sopra l’acqua di un dolore
trentotto gli anni scivolati dalle gambe
ho inciso i miei giorni sotto i portici
nascondendo nel vuoto delle ossa
l’indifferenza del mio dio
ma un mattino il sole si è levato dalle mani
e ho visto la paglia infuocarsi nell’aurora
non è stato un angelo a passare quella porta
ma un uomo con il volto scheggiato dall’amore
Laura Corraducci
da Il Canto di Cecilia e altre poesie
(in uscita per Raffaelli Editore, 2015)
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