sabato 17 maggio 2014

viene la prima




«Oh se tu capissi:
chi soffre
chi soffre non è profondo».
Sobborghi di Milano. Estate. Ormai
c’è poca acqua nel fiume, l’edicola è chiusa.
«Cambia, non aspettare più».
Vicino al muro c’è solo qualche macchina.
Non passa nessuno. Restiamo seduti
sopra il parapetto. «Forse puoi ancora
diventare solo, puoi
ancora sentire senza pagare, puoi entrare
in una profondità che non
commemora: non aspettare nessuno
non aspettarmi, se soffro, non aspettarmi».
E fissiamo l’acqua scura, questo poco vento
che la muove
e le dà piccole venature, come un legno.
Mi tocca il viso.
«Quando uscirai, quando non avrai
alternative? Non aggrapparti, accetta
accetta
di perdere qualcosa».

Milo De Angelis

3 commenti:

lillo ha detto...

non ho mai letto un libro di milo de angelis, sempre poesie sparse, a volte mi convince moltissimo, come in questa (che fra parentesi mi ricorda certe cose di sereni degli strumenti umani), altre meno. tu che ne pensi? vale la pena? cosa consigli?

sergio pasquandrea ha detto...

sì, il paragone con Sereni mi sembra del tutto appropriato.

quanto a De Angelis, che dirti: c'è stato un periodo in cui l'ho letto moltissimo, anche se non sistematicamete, voglio dire non dall'inizio alla fine.
è una lettura che richiede molta fatica per entrarci dentro, perché quella di De Angelis è una poesia che brucia i passaggi logici, procede per associazioni improvvise, brutali. sostanzialmente, la mia impressione è che, per tutta la sua produzione, abbia continuato a lavorare sugli stessi tre o quattro temi fondamentali: una volta individuati quelli, molte cose si illuminano. però, appunto, ci vuole impegno, perché la sua poesia non concede nulla.
c'è anche da dire che, una volta entrati, si rischia di rimanere soggiogati, non è facile liberarsene. è successo anche a me: in certe cose mie (ad esempio in quelle che ho pubblicato in "Parole agli assenti", e anche nelle prime di "Approssimazioni") sento molto la sua influenza. da cui sto ancora cercando di liberarmi.

infine, va fatto anche un distinguo: il primo De Angelis ("Somiglianze", e ancor più "Millimetri") raggiunge vertici di cripticità quasi indecifrabile; la sua ultima produzione, dagli anni Novanta in poi, allenta quella tensione e raggiunge una certa comprensibilità. se proprio vuoi affrontare un libro, ti consiglierei uno degli ultimi, a come "Biografia sommaria" o "Tema dell'addio", e poi magari - se ti piace - torni indietro.

sergio pasquandrea ha detto...

a proposito, questa è tratta dal suo primo libro, "Somiglianze" (1976).

qui un commento:
http://poetarumsilva.com/2014/03/29/corpo-a-corpo-2-viene-la-prima-di-milo-de-angelis/