Ci fu un lungo quasi-blues, la ritmica
solida, il basso di Malachi Favors enorme e caldo senza, notò con
una certa sorpresa l'Orso, l'aiuto dell'amplificazione. L'Orso si
divertì con Bowie, fecero qualche scambio, poi si spostarono su un
po' di chiamate-e-risposte meno caratterizzate. Ci fu una lunga
improvvisazione collettiva alle percussioni, in cui lui attraversò
il palco, afferrò un mazzuolo e lo sbatacchiò su una grancassa, e
poi qualcuno iniziò “Ohnedaruth”, l'omaggio di Jarman a Coltrane
dal tempo spaventosamente veloce, e tutti i fiati in successione
suonarono come dannati. Bowie suonò per ultimo, tirò fuori la
pistola alla fine del suo intervento e svuotò il caricatore a salve
contro le luci.
E fin qui tutto a posto, pensò l'Orso
mentre stringeva forte l'ancia ed emetteva uno stridio di multifonie,
ma poi Bowie, con una faccia da pazzo, con tutta la sobrietà scientifica del suo grembiule da laboratorio, si frugò nelle tasche,
mise un altro caricatore nell'automatica e sparò un'altra raffica di
salve sui tavoli affollati e appassionati del club, urlando: “Bam,
bam, figli di puttana”, e una compagnia di turisti in una fila di
tavoli vicino alla prima fila – qualche agenzia di viaggi doveva
averli spediti a vedere l'Art Ensemble per sbaglio, o per scherzo –
che erano stati solo leggermente allarmati dai primi colpi e dalla
presenza sul palco di quello che sembrava un autentico orso, ora
precipitò nel cieco panico, gettò da parte le sedie e schizzò
attraverso la fitta folla verso l'uscita. Il panico si diffuse per il
club, nessuno era sicuro di che cosa fosse successo e di che cosa no,
e la sala fu quasi svuotata. La band andò dietro le quinte ridendo,
Jarman minacciò due volte di ammazzare Bowie, e l'Orso stette lì
sul palco a guardare attraverso il fumo della pistola.
Sentì Jones che lo chiamava
dall'entrata del club, ma vide anche una figura solitaria seduta a un
tavolo, e la mascella dell'Orso cascò giù in venerazione: era
Ornette Coleman: il maestro: è venuto per me.
L'Orso scese dal palco attraverso i
resti del fumo e si avvicinò al tavolo di Ornette. Ornette indossava
un vestito nero di seta e non sembrava turbato dagli spari e dallo
svuotamento del club. Sorrise all'Orso. “È stato interessante”,
disse Ornette con voce gentile e distaccata, “ma quel che mi
chiedo, anche se tu suoni mille volte meglio di quanto io sarei mai
capace, è come mai tu suoni così simile a un essere umano. Quel che
vorrei sapere è se trasponi dall'orso all'umano e in tal caso perché
lo fai, perché se io suonassi con te quel che mi piacerebbe è che
tu suonassi l'orso senza trasporre e io suonerei come me anche se non
so se ciò equivarrebbe a un uomo e poi potremmo vedere qual è il
risultato totale se nessuno fa l'addizione. Sai?”.
Anche se sentiva gli emisferi del
cervello che gli si incrociavano, l'Orso era sicuro che Ornette
avesse ragione. Perché mai trasponeva? Perché era così debole da
volersi assimilare? “Hai ragione”, rispose superfluamente a
Ornette.
“Vedi”, gli disse Ornette, “Io
credo che tu suoni da quadrupede, quindi come sarebbe un suono
quadrupede se non lo trasponessi in musica bipede. Quello sarebbe
davvero interessante. Comunque”, disse, “io non mi preoccuperei
se il pubblico se n'è andato. Quando suonavo io se ne andavano
sempre”.
“Orso”, si sentì chiamare da
Jones. “C'è un sacco di gente per strada e mi pare di sentire una
sirena”.
“Potremmo suonare qualche volta”,
suggerì Ornette.
“Potremmo andar via insieme”, disse
l'Orso.
“No, va bene così”, rispose
Ornette. “Vorrei sentire il resto del concerto”. Indicò il palco
vuoto.
Jones si avvicinò, afferò l'Orso per
un braccio e raggiunsero la porta posteriore e il furgone proprio
mentre il rumore all'entrata cominciava a crescere.
Ci vollero un paio di giorni all'Orso
per riavere indietro la custodia del suo sax, ma l'Orso considerò
quella serata con l'Art Ensemble un eccellente successo, non ultimo
perché arrivò per posta un inaspettato assegno da parte di Lester
Bowie, e per un importo niente affatto insignificante. Lui avrebbe
suonato anche gratis. Certo che l'avresti fatto, disse Bowie all'orso
quando gli telefonò per ringraziarlo, ma non potevamo permetterlo,
no?
L'assegno era bastato per affittare un
furgone, e ne rimase un po' per finanziare l'organizzazione di un
tour.
Come sarebbe stato, di preciso?
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