sabato 22 giugno 2013

tre poesie canadesi



Non nel senso che abbiano qualcosa a che fare con il Canada. E' solo che sono state scritte nei giorni scorsi, poco prima, durante o subito dopo un volo Toronto-Roma.
Sono tre strade possibili che potrei intraprendere. Insomma, tre tentativi.

* * *

AL BUIO

Troppo d'importante accade sulla soglia
dell'attenzione – mentre dimentichi di sostenere
la voce (hai visto? la corona ha perforato le gengive).
Ha ragione chi dice che è male quando
ti alzi troppo sazio. Ogni cesura è un rischio.
(Almeno si potesse rintracciare la prima
non adesso che il cielo è interrotto dalle rondini
non quando la circolazione è già viziosa).
Non eri mica costretta al gesto (si potesse
almeno segnare a dito la carne nuda).
Dopo la discesa restano aperte le ferite
tutta quella luce andrà dissipata la bellezza
è meglio sprecarla. (Dico davvero non potrei accettare
di essere io a morderti la guancia).

Perugia/Roma/Toronto, 17.06.2013

* * *

(per un progetto in fieri)

Quante sono le voci
puoi contarle dopo che ognuna ti ha ferito

la voce delle maree
la voce della doglia
la voce della lama
la voce del letargo
la voce numinosa
la voce imbestiata

c'è solo da coincidere con la terra
la terra che ha voci a miriadi.

Toronto, 17.06.2013

* * *

Gli elementi

Decidi quanto spazio concedere al respiro.
Le creature tacciono mentre l'aria si asciuga
nell'attesa che un colpo crepi la polvere
liberi il cranio secco dell'uccello.
Decidi quanto affondare i denti nella corteccia
se continuare o no a usare il tempo presente
ora che un complotto di voci ti fermenta la saliva
e i corpi vivi scuotono la luce.

Toronto, 17.06.2013

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