Credo sia stato Einstein a dire che due cose sono infinite, l'Universo e l'umana stupidità, e che sulla prima nutriva qualche dubbio.
Quel che posso dire io è che, se c'è un punto dell'Universo che attira la stupidità come un buco nero, quello è il MIUR (Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca), ossia l'ultima diabolica metamorfosi del vecchio, e mai abbastanza vituperato, Ministero della Pubblica Istruzione, che nel 2001 (Riforma Bassanini, governo Berlusconi II) era stato fuso con quello dell'Università, scisso nel 2006 (governo Prodi II) e di nuovo accorpato nel 2008 (legge Finanziaria 244/2007, governo Berlusconi IV).
Ora, l'affermazione qui sopra potrebbe avere infinite prove, ma una, eclatante, è in rete proprio in questi giorni. Sono i test d'accesso ai TFA.
Okay, la maggior parte degli italiani non sa che cosa siano i TFA, quindi abbisogna una spiegazione. Forse qualcuno ricorderà che, nel 2000, venne tenuto l'ultimo mega-concorso per l'accesso alla scuola; per la cronaca, vi partecipai anch'io, lo vinsi e ottenni, alla tenera età di venticinque anni, neolaureato, praticamente imberbe, il posto di insegnante di ruolo, il tanto sospirato e inseguito posto pubblico.
Dopo quel mega-concorso, le déluge. Quello stesso anno fu inaugurato il primo corso della SSIS (Scuola di Specializzazione all'Insegnamento Secondario, di durata biennale), che venne chiusa nel 2009, dopo un'esperienza che definire disastrosa è un eufemismo. Non mi dilungo nei particolari, che sarebbero tragicomici.
Però, siccome una delle caratteristiche precipue dell'idiozia è di essere ostinata, quest'anno partono, appunto, i TFA: Tirocini Formativi Attivi, di durata annuale, che dovrebbero essere il nuovo canale di accesso all'insegnamento nelle scuole secondarie inferiori e superiori.
L'accesso è a numero chiuso, e fin qui nulla da obiettare. La selezione avviene per test, e qui avrei già qualcosina da dire. I test sono domande a scelta multipla, e qui comincio a incazzarmi. I test sono stati pubblicati online, e qui m'incazzo sul serio.
Li trovate qui. Leggeteli, e poi ridete, o piangete, a vostra scelta.
Io vi faccio solo l'esempio a me più vicino, quello della classe A051, Materie letterarie nelle scuole superiori. Bene, sarete curiosi di sapere quali sono i requisiti che un insegnante di Lettere deve possedere per poter salire in cattedra.
Bisogna che conosca gli autori di “Diceria dell'untore” e di “Libera nos a Malo” (gran bei romanzi, per inciso).
Bisogna che sappia se i versi «Bieca, o Morte, minacci? e in atto orrenda, / l’adunca falce a me brandisci innante? / Vibrala, su: me non vedrai tremante / pregarti mai, che il gran colpo sospenda» siano stati scritti da Alfieri, Foscolo, Leopardi o Parini.
Bisogna che sappia se “Le cene” siano state scritte da Anton Francesco Grazzini detto il Lasca, Agnolo Firenzuola, Giovan Francesco Straparola o Matteo Bandello.
Bisogna che sappia se la Costituzione Americana entrò in vigore nel 1787, 1789, 1790 o 1791.
Se Mazzini fondò la “Giovine Europa” nel 1833, 1834, 1835 o 1836.
Se il successore di Cavour fu Rattazzi, La Marmora, Ricasoli o Minghetti.
Se a non confinare con il Colorado è lo Utah, il Tennessee, l'Arizona o il New Mexico (io lo so, ma solo perché leggo Tex Willer da quando avevo otto anni).
Bisogna che sappia distinguere se nella frase “pectora pectoribus rumpunt” sia presente un poliptoto, un polisindeto, una prosopopea o una polisemia.
Che conosca quali tragedie siano attribuite a Nevio, oscuro autore latino arcaico.
Bisogna, infine, che sappia leggere un paio di testi di critica letteraria e rispondere a domande di comprensione elementare, che mi vergognerei di inserire in un compito di terzo o quarto liceo.
Non bisogna che conosca nemmeno i rudimenti di pedagogia, didattica, docimologia, psicologia dell'età evolutiva. Non è indispensabile sapere se abbia già insegnato (magari per quindici anni o vent'anni: ci sono precari che hanno molta più esperienza didattica di me), se sia in grado di spiegare in maniera interessante o noiosa, se sia sano di mente, se non abbia condanne per pedofilia, se sia in grado di leggere un testo e farlo capire, apprezzare, amare, se abbia la passione del proprio lavoro o no. Niente di niente: solo nozioni da certificare tramite crocette su test, di metà dei quali io ignoro la risposta (e, detto per inciso, mi vanto di ignorarla).
Soprattutto, faccio notare che a quei test accedono laureati, cioè gente che quelle nozioni dovrebbe averle apprese da iter universitario. Iter di cui il responsabile non è altri che il MIUR stesso: il quale, evidentemente, ritiene di dover sottoporre a valutazione ciò che esso stesso è stato capace di insegnare, e non ciò che i candidati sarano in grado di insegnare ai propri futuri alunni.
Ora, io non so chi abbia compilato questi test: un polveroso accademico? un impiegato del Ministero che si è andato a spulciare il suo testo del liceo di quarant'anni fa? un informatico che ha scelto voci Wiki a caso?
Non lo so. So solo che questa gente merita la galera.
P.S.: Piccolo dettaglio aggiuntivo: l'accesso ai test costa in media 100-150 euri. La frequenza ai TFA, intorno ai 2000 euri.
P.P.S.: Arrivano i primi risultati dei test: questi.
P.S.: Piccolo dettaglio aggiuntivo: l'accesso ai test costa in media 100-150 euri. La frequenza ai TFA, intorno ai 2000 euri.
P.P.S.: Arrivano i primi risultati dei test: questi.
5 commenti:
azz, a 25 anni avevi già un posto! complimenti!
io ne ho 24 e non l'ho ancora trovato!
dici che entro un anno ce la faccio?
a parte gli scherzi (mi sono permesso di fare questa battuta per sdrammatizzare, nessun intento critico) sono amareggiato pure io per la situazione che hai descritto.
davvero sembra che i vari ministeri le stiano studiando tutte per mettere in difficoltà il più possibile i giovani laureati che cercano solo di inserirsi nel mondo del lavoro.
dico "vari" perchè la questione non riguarda solo il campo dell'istruzione, le limitazioni avvengono dappertutto, un altro ministero ad esempio ha deciso che l'ufficio del catasto debba essere incorporato in quello più grande delle entrate.
risultato? mia madre (che lavora al catasto da quando aveva 18 anni) si è ritrovata catapultata in un ambiente più grande, in mezzo a "colleghi" che nemmeno conosce, se non di vista.
e il suo capo è sceso di ruolo, da direttore qual era è diventato vice.
quello di insegnare è un "sogno" (se così si può definire, viste le difficoltà attuali non ne sono più tanto sicuro) che ho avuto anch'io, che ho anch'io.
solo che io non sono laureato, ecco perchè, per tornare alla battuta di prima, è ancora più difficile che riesca a trovare un lavoro entro l'anno prossimo.
mi avevano detto che col mio diploma potrei insegnare una materia artistica in una scuola media, ma non so se sia vero.
vedremo, a dire il vero non m'illudo nemmeno che sia possibile, per questo sto cercando altre strade.
buon fine settimana.
Mi associo allo sdegno. Anche alcune tracce per l'esame di Stato di questo anno avevano dato prova non solo della stupidità, ma anche della possibilità di rinviare a giudizio il Ministro e tutti i suoi collaboratori.
Alessandro, detto in termini brutali: stanno ammazzando un paese. Ci stanno svenando solo per far sopravvivere il sistema che ha creato la crisi, almeno fino alla prossima crisi.
Io sono un'assoluta eccezione ad aver trovato lavoro a 25 anni, ma i miei coetanei (ora ne ho 37) sono, grosso modo, tutti sistemati, in maniera più o meno precaria, ma un lavoro ce l'hanno tutti, o quasi.
Non invidio la tua generazione, né tantomeno quella dei miei alunni o dei miei figli.
Ti giuro, sto diventando un profeta di sventure peggio del Vecchio Cammello: non so quanto a lungo possa reggere un paese messo come siamo messi noi. Poco, suppongo.
@Fiorella
Al peggio non c'è mai fine, purtroppo.
http://www.corriere.it/cronache/12_agosto_11/quiz-docenti-corrette_64299a34-e3d2-11e1-880a-4d5f3517dc36.shtml
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