sabato 7 gennaio 2012

recensioni in pillole 152 - "Harry Potter e la Camera dei Segreti"

J. K. Rowling, Harry Potter e la Camera dei Segreti, Salani 2011 (pp. 324, € 9)

Sì, lo so, avevo detto di aver letto il primo Harry Potter e di averlo trovato noioso (devo ammettere che, fossi stato un editor, non avrei scommesso un centesimo sul personaggio). Però io sono uno che non si arrende facilmente, quindi ci ho riprovato. E stavolta è andata meglio.
Intendiamoci: le parti con le lezioni a Hogwarts, Erbologia, Pozioni, Difesa dalle Arti Oscure, e cinquanta punti a Grifondoro, e le partite di Quidditch e quell'atmosfera da college inglese, alla lunga le trovo alquanto insopportabili. Sì, lo so che è una delle invenzioni più celebrate della Rowlings, ma io non le sopporto: tant'è.
E anche questa volta, leggendo, non potevo togliermi davanti le odiose faccine degli attori che interpretano i personaggi della Rowlings (tranne, devo dire, quella della Watson, che trovo nel suo genere acqua-e-sapone piuttosto carina, persino più di tante bellone plastificate).
È vero anche che la vicenda segue sempre più o meno lo stesso schema: partenza di Harry & Co. per Hogwarts, sottotrame varie, eventi misteriosi che si rivelano man mano opera del solito Voldemort, scontro finale con scioglimento, ritorno a casa. Però questi, si sa, sono i pro e i contro della letteratura seriale.
Comunque, tutto sommato, l'effetto è stato parecchio migliore rispetto all'altra volta. Lo stile della Rowlings – o almeno, quel che se ne apprezza in traduzione – si fa leggere volentieri (ho finito il libro in tre o quattro giorni). La vicenda ha saputo offrirmi momenti di divertimento (la corsa iniziale con l'auto volante) e altri di autentico brivido (la festa dei fantasmi, la voce del basilisco, l'entrata di Harry nella camera segreta). E in più c'era un sottotesto sottilmente ironico, con il personaggio del vanesio professor Lockhart e tutta una riflessione – piuttosto attuale – sull'inconsistenza della fama mediatica.
Insomma, a conti fatti, ci riproverò anche con il terzo. Non si sa mai.

2 commenti:

NATAKARLA ha detto...

Caro Sergio, ti assicuro che migliorerà il terzo libro, per stile e trama. Certo, leggere il libro E POI vedere il film, aspettandolo con impazienza, è tutta un'altra cosa.
E' apprezzabile la fantasia, poi si potrebbero fare un milione di eccezioni quà e là ai vari testi. Ma il bello è goderne come sono proposti, senza cercare intenzioni o messaggi nascosti; i problemi che ci si parano davanti (ed a cui noi non abbiamo il potere di risolvere con un "accio *****") devono essere risolti talvolta con l'ingegno, altre con un pò di fortuna ed altre con il solo coraggio. A volte con tutte e tre queste caratteristiche: tre come, non a caso, sono i protagonisti. Solo una mia idea.
Buona lettura.

sergio pasquandrea ha detto...

Ah, ma io non cerco "intenzioni o messaggi nascosti". Io cerco una lettura che mi diverta e mi appassioni.
Il primo libro non lo è stato, per niente, anzi l'ho trovato piuttosto noiosetto; questo secondo era già meglio; il terzo, vedremo.