lunedì 19 settembre 2011

senza trampoli

Noi lodiamo un cavallo in quanto è vigoroso e svelto, [...] non per la sua bardatura; un levriero per la sua velocità, non per il suo collare; un uccello per le sue ali, non per le sue corregiole e i suoi sonagli. Perché allo stesso modo non stimiamo un uomo per ciò che è suo? Egli ha un gran seguito, un bel palazzo, tanto di credito, tanto di rendita: tutto questo è intorno a lui, non in lui. Voi non comprate un gatto in un sacco. Se contrattate un cavallo, gli togliete la bardatura, lo guardate nudo e allo scoperto [...]. Perché, quando valutate un uomo, lo valutate tutto avvolto e infagottato? Ci mostra soltanto le parti che non sono in alcun modo sue, e ci nasconde quelle attraverso le quali soltanto si può davvero giudicare quanto vale. E' il valore della spada che vi interessa, non quello del fodero: non ne dareste forse un quattrino, se l'aveste spogliato. Bisogna giudicarlo per se stesso, non per i suoi ornamenti. E, come dice molto argutamente un antico: "Sapete perchè lo stimate grande? Voi considerate anche l'altezza degli zoccoli". La base non fa parte della statua. Misuratelo senza i suoi trampoli; che metta da parte ricchezze e onori, che si presenti in camicia.
[...]
Infatti, come gli attori delle commedie, li vedete sulla scena assumere l'atteggiamento di duca e d'imperatore; ma, subito dopo, eccoli diventati servi e facchini miserabili, che è la loro nativa e originaria condizione: così l'imperatore, la cui pompa vi abbaglia in pubblico, [...] guardatelo dietro la tenda, non è altro che un uomo comune e, forse, più vile dell'ultimo dei suoi sudditi.
[...]
La febbre, l'emicrania e la gotta risparmiano forse lui più di noi? Quando la vecchiaia gli graverà le spalle, gli arcieri della sua guardia potranno forse liberarlo? Quando il terrore della morte lo agghiaccerà, sarà egli forse rassicurato dalla presenza dei gentiluomini della sua camera? Quando sarà colto da gelosia e da capriccio, lo calmeranno le nostre scappellate? Quel baldacchino del letto, tutto ornato d'oro e di perle, non ha alcun potere di calmare le fitte di una colica di fegato.
[...]
E' un uomo in tutto e per tutto; e se, per se stesso, è un uomo malnato, l'impero dell'universo non potrebbe metterlo in sesto:
puellae
Hunc rapiant; quicquid calcaverit hic, rosa fiat,

["se lo contendano le fanciulle, nasca una rosa dovunque egli abbia posato il piede", Persio, II, 37-39]

e che dunque, se è un animo grossolano e stupido? La voluttà stessa e la felicità non si percepiscono senza vigore e senza ingegno:
haec perinde sunt, ut illius animus qui ea possidet,
Qui uti scit, ei bona; illi qui non utitur recte, mala.

["le cose valgono quanto l'animo di colui che le possiede, se sa usarne, sono beni, se non ne usa rettamente, sono mali", Terenzio, Heautontimorumenos, 195-196].

I beni della fortuna, tali quali sono, bisogna anche avere della sensibilità per gustarli. E' il godere, non il possedere, che ci rende felici.
[...]
Ma, soprattutto, [...] [il potente] si vede privato di ogni amicizia e mutua relazione, nella quale consiste il frutto più perfetto e più dolce della vita umana. Infatti quale prova di affetto e di attaccamento posso trarre da colui che mi deve, lo voglia o no, tutto quel che può? Posso io prendere in considerazione il suo parlare umile e la sua cortese riverenza dato che non è in suo potere rifiutarmela? L'onore che riceviamo da coloro che ci temono, non è onore; tali ossequi sono dovuti alla regalità, non a me [...]. Nessuno mi segue per un'amicizia che ci sia tra lui e me, poiché non potrebbe annodarsi un'amicizia dove c'è così poca relazione e corrispondenza. La mia altezza mi ha messo fuori del commercio degli uomini: c'è troppa disparità e sproporzione. Essi mi seguono per convenienza e per consuetudine o, più che me, seguono la mia fortuna, per accrescere così la loro. Tutto quello che mi dicono e fanno è soltanto belletto. Poiché la loro libertà è imbrigliata da ogni parte dal gran potere che io ho su di loro, non vedo niente intorno a me che non sia coperto e mascherato.

Montaigne, Saggi, I, 42

3 commenti:

amanda ha detto...

"E' il godere, non il possedere, che ci rende felici"

mai uomo, con zoccoli o senza, fu più lieto dunque

sergio pasquandrea ha detto...

dubito che il berlusca si goda qualcosa di quel che ha (almeno, non nel senso che intende montaigne)

Alle ha detto...

c'è qualcuno delle alte sfere, oggi nel nostro Paese, in grado di comprendere l'insegnamento di Montaigne ?