P. G. Wodehouse, Avanti Jeeves!, Bietti 1973 (273 pp.)
Questo libro mi ha stimolato almeno due riflessioni.
La prima è che anche i pranzi di Natale dai suoceri possono servire a qualcosa. Ad esempio, è stato proprio durante il (dopo-)pranzo di Natale che, ispezionando la libreria nel tentativo di combattere la sonnolenza vischiosa indotta da cappelletti in brodo pasta al forno (due porzioni) arrosto di maiale lesso misto con verdure tiramisù torrone pandoro e paste assortite, ho scorto questo libro.
La seconda è che, per essere grati a uno scrittore, non serve che ci ispiri profonde ponderazioni, che svisceri misteri insondabili o che smuova recondite corde emotive. Io, ad esempio, sono grato a Sir Pelham Greenville Wodehouse per avermi regalato un paio di giorni di buonumore.
I racconti e romanzi di Jeeves sono notissimi nei paesi anglosassoni (apprendo da Wikipedia che in Gran Bretagna, nei primi anni Novanta, ne fu tratta anche una serie di telefilm, protagonisti un celebre duo comico, Fry & Laurie, dove Laurie altri non è se non Hugh Laurie, conosciuto da noi come il tenebroso e tormentato Dr. House). “Carry On, Jeeves”, uscito nel 1925, è uno dei primi della serie (anzi, sempre secondo Wikipedia, il secondo libro interamente dedicato al personaggio).
La voce narrante, come sempre, è quella di Bertie Wooster, giovane rampollo di famiglia aristocratica inglese, ricco, nullafacente, completamente idiota, ignorante come una capra e incapace di combinare alcunché di buono per sé e per gli altri.
Le trame sono, di per sé, abbastanza semplici: all'inizio, Bertie si infila in qualche pasticcio nel tentativo risolvere un problema suo o di qualcuno dei suoi tanti amici; problema nel quale in genere è coinvolto qualche ricco parente, dal cui generoso portafogli essi dipendono per proseguire le proprie svagate esistenze di sfaccendati. I piani di Bertie si risolvono sempre, senza eccezioni, in completi disastri. Per fortuna, accanto a lui c'è l'onnipresente, imperturbabile e geniale Jeeves, il suo cameriere personale.
Sarà la fertile mente di Jeeves a partorire lo stratagemma che caverà tutti d'impiccio.
I personaggi sono sagome prive di profondità psicologica, i loro problemi sono assolutamente futili e tutto si svolge nel mondo vacuo e dorato della buona società britannica o americana. Eppure, da questa materia impalpabile, Wodehouse riesce a costruire racconti che sono dei miracoli di garbo, di ironia e di sapienza narrativa.
Tanto di cappello.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Bertie si infila in un pasticcio oppure ci finisce suo malgrado, come ingrediente ? (ho appena visto "Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street" di Tim Burton. i pasticci di Mrs. Lovett..)
in genere vi ciene trascinato suo malgrado.
"sweeney todd" non l'ho visto.
"sweeney todd" è la storia di un serial killer. raccapricciante. Mrs. Lovett è la sua compagna, cucina i cadaveri delle vittime e ne fa dei pasticci.
non che ami il horror, ho visto il film un pò per caso,veramente spaventoso. ma Tim Burton
Posta un commento