venerdì 16 luglio 2010

le donne di francesco 7 - il collo di pelliccia


Okay, siamo arrivati a uno dei capisaldi degregoriani, per universale e condivisa opinione.
Et pour cause: se i primi dischi erano lavori affascinanti, ma ancora in parte immaturi, con "Rimmel" (1975) De Gregori raggiunge la sintesi perfetta tra la raffinata dimensione autoriale e la (relativa) accessibilità di testi e melodie. E infatti il disco fu un successone, più che meritato.
La canzone che gli dà il titolo è uno degli esempi più compiuti di come il Principe riesca a raccontare cose già sentite (un amore che finisce, odii, amarezze e rimpianti) in modo nuovo: trattando il tema di scorcio, lasciando emergere frammenti di storie e persone all'interno di una sorta di monologo interiore.
La foto, il vento che passa sul collo di pelliccia, quella frase improvvisa e definitiva ("è tutto quel che hai di me") rimangono scolpiti nella memoria.
Buon ascolto.

P.S.: solo ora, riascoltando la canzone dopo anni, mi rendo conto di quanto sia dylaniana. Forse sarà quell'organo in sottofondo (Like a Rolling Stone?), o forse il canto un po' strascicato, o quel tono un po' così che c'è nel testo, quell'aria da uomo che, va bene, gli dispiace, ma in fondo sai com'è la vita... o chissà che cos'altro ancora...



http://www.youtube.com/watch?v=K9TWvYChavk

E qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure
e cancello il tuo nome dalla mia facciata
e confondo i miei alibi e le tue ragioni

Chi mi ha fatto le carte
mi ha chiamato vincente
ma uno zingaro è un trucco
è un futuro invadente
fossi stato un po' più giovane
l'avrei distrutto con la fantasia
l'avrei stracciato con la fantasia

Ora le tue labbra puoi spedirle
a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro ancora
i tuoi quattro assi
bada bene di un colore solo
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi

Santa voglia di vivere
e dolce Venere di rimmel
come quando pioveva e tu mi domandavi
se per caso avevo ancora quella foto
in cui tu sorridevi e non guardavi
ed il vento passava
sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona
e quando io senza capire ho detto "sì"
hai detto "è tutto quel che hai di me"
è tutto quel che ho di te

Ora le tue labbra puoi spedirle
a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro ancora
i tuoi quattro assi
bada bene di un colore solo
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi

3 commenti:

lillo ha detto...

ricordo la prima volta che ascoltai rimmel (album). me ne rimasi lì fermo per un pò con la copertina fra le mani dopo l'ascolto e pensavo che si poteva, che al di là di ogni disquisizione o dubbio potevi ascoltare un disco a sapere da subito che quello era un capolavoro, che non c'era ma che tenga... fu una bellissima scoperta, in tempi di estremo relativismo come quelli che viviamo :)

amanda ha detto...

mi sono spesso immaginata quella foto, che lei gli concedeva, non gli lasciava neppure uno sguardo

sergio pasquandrea ha detto...

una cosa che mi piace è guardare le date: e nel 1975, quando uscì "rimmel", de gregori aveva solo 24 anni...