martedì 9 giugno 2009

recensioni in pillole 17: "Don Chisciotte"

Miguel de Cervantes, "Don Chisciotte della Mancia" (ed. Garzanti 1974)

Ci sono delle volte che ringrazio il cielo di non aver fatto il critico letterario (ho/avete corso questo rischio, sappiatelo).
Qualcuno ha detto che quando un hobby diventa il tuo lavoro, hai perso un hobby: e io l'ho visto con il jazz. Invece, non facendo il critico letterario, posso leggere quello che mi pare e scriverne come mi pare.
Altrimenti, sai che imbarazzo a recensire il Don Chisciotte. Roba da far ridere i polli.
Io invece posso scrivere, in ordine puramente casuale:
- che è uno dei romanzi più divertenti letti in vita mia;
- che dice già tutto quel che c'è da dire sulla commistione di generi, sui giochi metaletterari, sulla compresenza di sublime e ridicolo, eccetera eccetera, e lo fa molto meglio (leggi: in maniera molto più piacevole) di tanti autori "postmoderni";
- che Don Chisciotte io lo vedo come una specie di iper-lettore: uno che eleva al quadrato la "sospensione dell'incredulità" e la applica non solo ai libri, ma anche alla vita; in pratica, uno che ha il coraggio di fare quel che tutti noi bibliomani vorremmo fare senza riuscirci: vivere in un libro; perché secondo me Don Chisciotte sa benissimo di aver reso reali le fantasie con la pura forza di volontà, e non è affatto pazzo;
- che i personaggi non hanno spessore, vivono nelle loro beate due dimensioni, e questo mi conforta nella mia vecchia convinzione che in letteratura la psicologia sia un fardello inutile e, spesso, dannoso. Ceci n'est pas un homme, il est un personnage.

3 commenti:

lillo ha detto...

sai quando penso al don chisciotte, oppure a moby dick, altro romanzo eccezionale e modernissimo, a volte mi chiedo se, se qualcuno li presentasse oggi a una casa editrice, verrebbero minimamente degnati di uno sguardo... ho il sospetto che oggi verrebbero rifiutati da chiunque...

Liberty Alex ha detto...

è curioso quando dici che in letteratura la psicologia è un fardello...ho sempre pensato il contrario,infatti,nel tentativo di trovare letture più "gratificanti",ho senmpre cercato romanzi con personaggi complessi,dalle mille sfaccettature....ma,in effetti,un sano vecchio buon romanzo con dei protagonisti bidimensionali ma divertenti è sempre quello che rimane...

sergio pasquandrea ha detto...

@lillo
Pensa che il Chisciotte all'epoca fu un successo strepitoso. Cervantes dovette scrivere la seconda parte perché nel frattempo ne era uscita una apocrifa (e, pare, bruttissima) che a sua volta era andata a ruba.

@pippo
La mia era un po' una boutade. Ma manco tanto.